Ha destato vivo cordoglio in città la notizia della scomparsa del dottor Cesare Paltrinieri, ‘storico’ medico di base, con una vita spesa a favore del prossimo e nella cura dei propri pazienti.
Cesare Paltrinieri si è spento all’età di 83 anni e lascia la moglie e quattro figli, tre maschi e una femmina. Uno dei figli è medico al Pronto Soccorso del Policlinico di Modena.
Dopo aver frequentato il Liceo Scientifico M. Fanti, allora diretto dal preside Giorgio Sciumè, Paltrinieri si iscrisse a Medicina all’Università di Modena, laureandosi nel 1953 con una specializzazione in Medicina Interna. Risale al 1958 l’apertura del suo primo ambulatorio in via Matteotti trasferito, successivamente, in viale De Amicis dove ha esercitato con scrupolo e passione la professione fino al 1998. Tra i medici carpigiani è considerato quello che ha avuto il maggior numero di pazienti mutuati che lo hanno sempre stimato e apprezzato per le sue qualità professionali e umane.
Uomo poco incline al compromesso, a volte ruvido, sempre controcorrente, amava ripetere di “essere contro le banalità dell’opinione pubblica” e questa sua insofferenza verso il conformismo lo portò ad assentarsi, perche deluso, dalle sedute del Consiglio Comunale carpigiano dove era stato eletto alle amministrative del 1970 come indipendente nelle liste del Pci, con sindaco Onofrio Campedelli, abbandonando così l’attività politico-amministrativa che aveva appena iniziato a svolgere.
Fu anche componente del Consiglio di amministrazione delle Opere Pie che allora avevano in gestione l’Ospedale Ramazzini e fu il primo, in quegli anni, ad avanzare l’idea della realizzazione di un ospedale nuovo e maggiormente attrezzato, da creare insieme a Correggio, per dare al nosocomio un respiro territoriale maggiore e per inserirlo in un’area più vasta. Proposta che allora non venne accolta né dal Pci né dalla Dc, ma che di recente è stata ripresa da più parti divenendo oggetto di dibattito, tuttora in corso, tra le forze politiche locali. Ma Paltrinieri, oltre alla medicina e alla politica, ha avuto anche altri interessi, come la musica lirica Maria Callas è sempre stata il suo mito) e l’atletica, nella quale ha praticato con successo in gioventù la specialità dei 400 metri piani. Con la maglia della Società La Patria ha conquistato nel 1947 a Genova il titolo di campione italiano nella staffetta 4×400 e, tre anni dopo, divenne a Roma campione universitario sempre nella staffetta. Due anni prima si piazzò secondo nei 400 metri piani alle Universiadi di Milano.
Per espresso desiderio dell’estinto nessuna comunicazione pubblica è stata data del suo decesso così come non si sono celebrati i suoi funerali. La sua salma è stata trasferita a Mantova per la cremazione.