Rio Saliceto: un canguro di razza wallaby scappa dal circo

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“112? Mi ha appena attraversato la strada un canguro”. E’ questa la chiamata arrivata, domenica alla centrale operativa dei Carabinieri. Dove, inizialmente, devono aver pensato che l’automobilista, forse, aveva alzato un po’ il gomito. Invece, a volte, la realtà supera la fantasia: il canguro c’era eccome, scappato dal circo Togni di Rio Saliceto. “E’ un canguro di razza wallaby – spiega Livio Togni – la più piccola che esiste: ogni esemplare non pesa più di 20 chili circa. E’ un animale innocuo, non morde, non graffia. L’unico pericolo è quello di essere investito dalle auto, come può capitare a un cane o a un gatto”. Ma non si è certo preoccupato dei rischi, il canguro-circense che è scappato dalla base operativa dei Togni, in via San Ludovico: qui gli animali del circo stazionano prima di partire per i loro spettacoli. “Stava in un grande recinto insieme a un altro wallaby: loro sono Cip e Ciop – racconta Togni – forse a causa del temporale si è spaventato ed è riuscito a fuggire. Ancora non abbiamo capito come sia accaduto, non sappiamo se si sia buttato contro la rete o se abbia addirittura saltato. L’altro, invece, è rimasto dentro”. Il fuggitivo ha approfittato della libertà ritrovata e si è messo a saltare di qua e di là, attraversando strade e campi. E facendo girare la testa ai tanti automobilisti che, intorno alla mezzanotte, se lo sono trovati davanti, illuminato dalla luce dei fari. E vedersi attraversare la strada da un canguro, da queste parti, è certamente insolito. Dopo i primi momenti di smarrimento, la singolare presenza è stata facilmente ricondotta al circo Togni. E i controlli, da parte dei proprietari allertati dai Carabinieri, hanno ben presto permesso di scoprire la fuga. “Abbiamo rimandato la cattura al mattino, con la luce – continua Togni – Lo abbiamo ritrovato a Ca’ de Frati, nei pressi di alcuni campi coltivati. In una ventina, sotto l’occhio delle guardie provinciali, lo abbiamo preso, verso le dieci. Non c’è stato bisogno di anestetici o altro. E alla fine – conclude – sembrava contento di poter tornare a casa”.

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