La mafia delle badanti

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Si chiama Maria – ma è un nome di fantasia, dal momento che vuole rimanere anonima – e di professione fa la badante. E’ arrivata in Italia quattro anni fa e, da allora, ha lavorato a Carpi e in alcuni comuni limitrofi. Nel frattempo, come lei e in numero sempre crescente, sono arrivati in cerca di benessere e posti di lavoro tanti altri cittadini stranieri. Fin qui tutto bene. Quel che Maria ha da dire però, getta un’ombra su una realtà divenuta essenziale e davvero preziosa per quanti cercano persone che possano prendersi cura dei propri cari malati o anziani. Maria la definisce un nuovo tipo di mafia. “Sono venuta in Italia diversi anni fa – spiega – senza conoscere la vostra lingua e senza nessun appoggio. Inizialmente ho trovato un primo impiego regolarmente: la signora per cui ho iniziato a lavorare mi è stata segnalata da conoscenti con cui, nel frattempo, ero entrata in contatto. Purtroppo in seguito ho dovuto cambiare famiglia e, in quell’occasione, mi sono sentita rivolgere una strana proposta: una ragazza mi disse che era a conoscenza di un posto di lavoro vacante ma precisò anche che, per fare il nome della famiglia, dovevo pagare 200 euro. La cifra che mi è stata chiesta è bassa: solitamente i prezzi si aggirano sui 400 euro per questo tipo di informazioni”. Dunque, è uno scenario di mercato nero di offerte di lavoro quello che si profila nell’ambiente delle badanti in città. Un uso che sta allargando le sue maglie anche per il tramite di chi la professione non la esercita. “Non sono persone di nazionalità unica che si comportano in questo modo – spiega Maria – solitamente vivono in Italia da parecchi anni e hanno acquisito scioltezza nel gestire questo tipo di proposte, tanto che ora possono permettersi di smettere di lavorare: guadagnano abbastanza chiedendo soldi per rivelare posti di lavoro vacanti. Di recente, però, anche alcuni italiani hanno iniziato a praticare tale professione. “Sono molti gli italiani che chiedono soldi per trovare lavoro agli stranieri”. Ecco perché Maria vuole rimanere anonima: sono tante, ormai, le badanti in Italia e il lavoro pare scarseggiare. “Se mi chiedono soldi per lavorare – afferma – io pago. Come farei altrimenti senza impiego? Rimane il fatto che questa è a mio parere una piaga sociale, una mafia. Io non lo farei mai. Mi è capitato di aiutare qualche collega, ma non mi sono fatta pagare”.

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