La nostra maturità…..

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Come i falò sulla spiaggia a Ferragosto, i baci rubati con la complicità delle stelle cadenti la notte di San Lorenzo, le code in autostrada e le grigliate con i gavettoni, l’esame di maturità è una delle costanti senza la quale l’estate sembra non poter davvero cominciare. Momento quasi mitologico, scadenza attesa con timore e tremore da parte di molti studenti, questo appuntamento è causa tanto di notti insonni, studio matto e disperatissimo, pianto e stridore di denti, quanto di gioia incontenibile, una volta concluso e superato. Coronamento di un percorso lungo 5 anni, simbolico passaggio tra due mondi e conclusione della giovinezza, ma anche viatico per un’estate di libertà e spensieratezza nella quale, assieme al gusto della sopraggiunta ‘maggiore età,’ si sperimenta anche la scelta, per molti, del percorso universitario. Abbiamo chiesto a diversi carpigiani illustri, che hanno in comune il fatto di aver affrontato questa prova anni fa, cosa ricordano della loro maturità.
E’ davvero un momento così traumatico? Pare di sì, almeno stando al ricordo che ne ha l’assessore all’Istruzione *b*Maria Cleofe Filippi+b+:” mi sono sognata la maturità per anni. L’ho vissuto con molta tensione perché, sebbene avessi aspettative molto alte, l’esame era molto difficile, con la commissione composta interamente da docenti esterni, tranne uno. Ricordo che portai una tesina sui rapporti tra Stato e Chiesa da Giolitti al Concordato, tema corposo che mi interessava molto perché, essendo una cattolica di sinistra, ero già molto attiva negli anni ‘caldi’ del ’78, e questo argomento fu causa di un rapporto non semplice con il presidente di commissione, una comunista tutta d’un pezzo. Per l’elaborato di italiano scelsi l’attualità, a partire da una canzone di Giorgio Gaber, La libertà. Dopo l’esperienza non proprio positiva con la commissione, cercai per molto tempo di evitare gli esami, tanto che ho avvertito questo disagio anche quando mi sono trovata dall’altra parte, a dover esaminare degli studenti. Per questo ho sempre cercato di dare la giusta attenzione ai ragazzi, per valutarli nel modo corretto e non tradire le loro aspettative”.
Anche il sindaco *b*Enrico Campedelli+b+ ricorda un esame dove era lo stress a farla da padrone: ”se tornassi indietro sinceramente studierei di più, perché ho capito, con l’età, che è molto importante cercare di essere il più preparati possibile”.
L’Assessore alle Politiche Culturali e vicesindaco *b*Alessia Ferrari+b+ fa invece parte di quella minoranza che conserva un piacevole ricordo di quel momento: “dei giorni dell’esame rammento l’adrenalina, ma anche la voglia di mettersi alla prova ed il desiderio di concludere un percorso. La mia classe era molto affiatata, sia tra studenti che anche nel rapporto con gli insegnanti, tanto che durante il mio orale mi commossi insieme a tutta la commissione”. *b*Gabriele Greco+b+, primario di Neurologia, ricorda divertito di essere stato, in quei giorni:” abbastanza terrorizzato. Erano tempi in cui l’esame era molto pesante. Nelle ultime settimane di scuola iniziavano le febbri in vista dell’incombente tragedia. Era impossibile avere una preparazione uniforme, perché si dovevano portare tutte le materie. Anche allora ci dicevano che sarebbe stato valutato lo studente nella sua interezza, ma alla fine risultò un test molto nozionistico. Sono sempre stato scarsissimo in disegno, e ricordo che, nel raffigurare un capitello, fui salvato dal provvidenziale aiuto di una mia compagna. Tutt’ora sogno periodicamente di trovarmi alla vigilia dell’esame e di non sapere praticamente nulla. In questo senso credo che il recente film, nel quale un gruppo di quarantenni era costretto a ripetere la maturità – Immaturi di Paolo Genovese – abbia intercettato le ansie di molte persone”. Almeno nella percezione degli ex-maturandi, pare che più si torni indietro nel tempo, più l’esame fosse duro.
Lo conferma il farmacista *b*Dante Colli+b+: “scelsi il tema che richiamava l’unità dell’Europa. Essendo il 1954 e venendo dalla recente campagna per le elezioni dell’8 giugno, era un argomento che avevo vissuto direttamente sulla mia pelle. Ricordo che venne scelto da pochissimi studenti, e forse solo da me in tutta Carpi. In ogni caso già allora, per quanto laborioso, l’esame non riguardava soltanto il passato ma richiedeva un confronto con l’attualità”.
Fu un esame pesante anche per *b*Maria Teresa Cardarelli+b+: “ricordo bene la mia maturità. Mi diplomai nel 1980 in un istituto sperimentale di Reggio Emilia, nel quale c’erano due scritti e, all’orale, si dovevano portare tutte le materie. Ne conservo comunque un bel ricordo perché gli insegnanti erano molto motivati, e sapevano trasmettere la loro passione ai ragazzi. Matematica era la mia bestia nera, e svolsi un tema sull’urbanistica”.
Gli imprenditori, come è facile immaginare, erano molto pratici e concreti già allora: “è stato parecchio impegnativo, con una tensione terribile – ricorda *b*Roberto Tusberti+b+ di Farcon – ma alla sua conclusione esplose una gioia infinita perché si apriva l’estate. Ai ragazzi di oggi consiglio, oltre che studiare, di cercare un po’ di serenità perché, se sono stanti ammessi, significa che le cose le sanno”. Anche il titolare di Samasped *b*Franco Mestieri+b+ racconta di un esame sostanzialmente tranquillo:” l’ho vissuto con assoluta serenità. Agli studenti dico di stare tranquilli, perché si porta a casa ciò che si è seminato nel corso degli anni”. Significativa la testimonianza di *b*Mauro Benincasa+b+, presidente della Fondazione Casa del Volontariato:” mi sono diplomato a 35 anni, tra il ’68 e il ’70, in piena contestazione. Ero già papà e, mentre studiavo, ho messo insieme anche il secondo figlio. Ricordo che, a detta di loro stessi, i docenti trovavano più soddisfazione ad insegnare di sera agli studenti lavoratori, che non di giorno ai ragazzi che volevano il sei garantito e polemizzavano in continuazione. Avevamo formato un gruppo di ragazzi molto seri ed impegnati. Per me, che già lavoravo e avevo una famiglia, fu molto dura, ma alla fine ce la feci. Ai ragazzi di oggi consiglio di affrontare i test serenamente: è una prova rilevante, ma nella vita non sarà l’unica e, soprattutto, ne verranno di più importanti”.