Scioperto e presidio alla Steton

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Sciopero di 2 ore martedì 31 maggio alla Steton di Carpi. Lo hanno deciso
stamattina i lavoratori e le lavoratrici, insieme a Fiom/Cgil e Rsu
dell’azienda metalmeccanica che produce macchine per la lavorazione del
legno durante un’assemblea davanti ai cancelli. Lo sciopero prevede anche
il presidio davanti ai cancelli dalle ore 8 alle 11 sulla statale Romana
Nord 41.

“Chiediamo il rispetto degli accordi sottoscritti il 26 aprile 2010 presso
la Provincia di Modena” spiega Angelo Dalle Ave della Fiom/Cgil di Carpi.
L’accordo arrivò al termine di una delle vertenze più difficili del
comparto metalmeccanico carpigiano dall’inizio della crisi del 2008.
A fronte dei 27 esuberi dichiarati dall’azienda (su 37 dipendenti
complessivi), si arrivò, dopo molte ore di sciopero, alla firma di un
accordo che prevedeva il ricorso a 6 mesi di cassa integrazione
straordinaria in deroga (rinnovabili per altri 6) previsti dal “Patto per
attraversare la crisi”. La Cigs veniva accompagnata da anticipazioni
mensili di almeno € 900 composte da TFR e incentivo all’esodo.
“L’azienda, dopo un anno regolare, ora è in ritardo sui pagamenti – spiega
il sindacalista – Rivendichiamo il rispetto dei termini di erogazione delle
retribuzioni e dei 900 euro di anticipazione mensili a chi è in cassa
integrazione”.

“Le lavoratrici e i lavoratori ricordano ancora benissimo che, durante la
trattativa, l’azienda aveva sempre sostenuto che avrebbe sottoscritto
l’accordo solo se fosse stata certa di poterlo onorare. Questo fatto e la
mancata informazione sulle cause del ritardo ha fatto esplodere la rabbia,
in particolare di chi è in cassa integrazione da molti mesi”.

La protesta alla Steton vuole anche dare voce a ciò che sta avvenendo,
spesso nel più assoluto silenzio, in un numero sempre più crescente di
aziende del distretto carpigiano, in particolare piccole e piccolissime,
dove la logica del ricatto e del sopruso si sta diffondendo sempre più.

La Fiom di Carpi denuncia l’espandersi di forti ritardi sull’erogazione
delle retribuzioni, anche in aziende che stanno lavorando. E’ in aumento la
pratica dei licenziamenti individuali collegati al rifiuto delle imprese a
utilizzare gli ammortizzatori sociali disponibili nel “Patto per
attraversare la crisi” sottoscritto con la Regione Emillia Romagna nel
2009.
Alcune di queste “aziende” arrivano persino a richiedere ai lavoratori la
restituzione in contanti di parte del salario erogato in cambio della
conservazione del posto di lavoro.

La Fiom invita le lavoratrici e i lavoratori non farsi intimorire, e a
rivolgersi al sindacato per reagire alle disuguaglianze generate da questa
crisi. La Fiom/Cgil continua a battersi a sostegno delle proposte per il
lavoro e lo sviluppo, per la scuola pubblica, l’università, la ricerca, per
i giovani e il futuro, che hanno portato alla grande riuscita dello
sciopero generale promosso dalla Cgil il 6 maggio scorso.

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