Bper bollente: assemblea con rissa a Modena

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L’elezione per il rinnovo del cda della Banca Popolare dell’Emilia Romagna è stata vinta dalla
lista numero 1 con 18.537 voti. Un esito previsto, quello che ha visto prevalere la squadra schierata dall’attuale dirigenza, ma l’assemblea dei soci (con collegamenti telematici per i soci a Ravenna, Avellino e Lamezia Terme) sarà ricordata per il clima di grande tensione che si è respirato nell’aula del quartiere fieristico di Modena affollata da circa seimila votanti.
Già in mattinata, alcuni soci si sono affrontati con spintoni, urla e offese. Tanto che il presidente di Bper EttoreCaselli si è visto obbligato a chiamare i carabinieri per riportare l’ordine. All’origine dello scontro anche fisico, la volontà di intervenire da parte di un centinaio di sostenitori della lista 3, quella rappresentata dall’avvocato Gianpiero Samorì. La votazione ha preso il via alle 13, dopo che erano intervenuti 55 soci delle tre compagini (ma erano stati previsti 328 contributi), ciascuno dei quali ha potuto parlare per due minuti. Ai capolista ne sono invece stati concessi sei.
L’ostruzionismo era già annunciato da parte della lista 3, che per il quarto anno consecutivo esce sconfitta dall’assemblea, però con il consistente totale di 5.001 preferenze. Il ‘taglio’
degli interventi ha scaldato gli animi
Al secondo posto è giunta la lista numero 2 con 8.074 voti.
E’ quella delle banche confederate del Sud con capofila l’ex magistrato Manfredi Luongo, assente per un’indisposizione.
Questi farà dunque parte del cda come previsto dal nuovo statuto della banca, che assegna un posto alla lista di minoranza. Rimangono invece in consiglio – in virtù del voto – Piero Ferrari, Alberto Marri, Giuseppe Lusignani, Fioravante Montanari ed Erminio Spallanzani della lista 1.
“C’é una punta di amarezza per l’assemblea – ha detto l’amministratore delegato di Bper, Fabrizio Viola – perché nulla del genere era mai successo nella mia esperienza alla
Popolare di Milano e di Vicenza. Questo clima non giova e nulla da positivo è venuto dal confronto odierno. Sono stato zittito, e questo rimane agli atti, non ho potuto rispondere ai soci ma non c’erano le condizioni per parlare. La previsione per i prossimi anni per l’andamento delle banche e delle società è positiva. Il primo piano industriale nella storia della banca
lanciato nel 2009 lo stiamo rispettando sia nel timing che nei risultati. A metà anno entreremo nel vivo della elaborazione del nuovo piano 2012 2015 che avrà come linee guida la logica
continuazione per rafforzare la banca dal punto di vista economico e patrimoniale. Non ho voluto prestarmi alla sceneggiata della stretta di mano con Samorì per vincolare il
mio compenso ai risultati della banca. E’ il cda a stabilirlo.
Il mio mandato scade tra un anno e mezzo, è il consiglio a decidere tanto del compenso, quanto della mia eventuale riconferma”.
Samorì ha parlato di “votazioni illegittime, dall’inizio alla fine. Come si fa ad illustrare il proprio piano industriale in soli sei minuti? – ha chiesto – E cosa dire del reclutamento dei soci e organizzazione dei pullman per votare le liste 1 e 3? Ma non denuncerò nessuno”.
L’avvocato Luigi Muto, portavoce di Luongo, ha parlato di “gravi insinuazioni da parte del capolista della lista 2. Noi – ha detto – non siamo soci di serie B e non vogliamo portare
l’illegalità nella banca. Insisteremo per il modello federale di Bper”.
L’assemblea (presenti in proprio o per delega 19.900 soci) per alzata di mano della ha approvato a larghissima maggioranza il bilancio 2010 che presenta un utile netto consolidato di 327,4 milioni (+93,2%). Il dividendo saale da 0.15 euro a 0,18 euro per azione. Approvata anche la possibilità di eleggere un presidente onorario indicato per la prossima assemblea dei soci in Guido Leoni. E’ seguito un lungo applauso. Leoni, banchiere di origine reggiana, ha guidato la banca da direttore generale, amministratore delegato e presidente per molti anni.