Il prato verde è stato tagliato da poco, le piante potate, non c’è traccia di rifiuti e i giochi per i bambini sono in perfetto ordine: siamo nell’area verde compresa tra via Lago di Bracciano, via Lago d’Orta e via Lago di Bolsena curata da più di vent’anni dai volontari del Centro Sociale Cibeno, le cui finestre si aprono sulla distesa verde. “Quando nel 1982 sorse il Centro sociale – ci spiegano Iole Zanotti, vicepresidente, e Lauro Zironi, oggi consigliere ma presidente dal 2000 al 2006 – l’area verde c’era già ma non era particolarmente curata. Per questo motivo i volontari del Centro ben presto chiesero al Comune di Carpi di potersi incaricare della manutenzione. Era il 1986 e allora bastava la parola data e una stretta di mano”. Da quel momento Gianni Leporati, successivamente Giancarlo Gualtieri e oggi un pensionato che preferisce restare anonimo, si sono preoccupati di falciare l’erba, controllare le piante, sorvegliare l’area verde e provvedere alla sua manutenzione. Un esempio di quello che potrebbe accadere in un prossimo futuro se si concretizzerà la proposta avanzata in Consiglio Comunale da Paolo Gelli e Maria Grazia Lugli del Partito Democratico attraverso l’ordine del giorno, approvato all’unanimità, in cui chiedono a Sindaco e Giunta di impegnarsi per “elaborare un protocollo standard finalizzato a una convenzione tipo tra ente locale e soggetti volontari interessati alla cura e alla manutenzione del territorio e delle aree verdi comunali, anche attraverso la possibilità di realizzare orti a gestione condivisa su porzioni di queste”. Nel parco di Cibeno i volontari non hanno mai avanzato la richiesta di realizzare orti sul terreno dell’area verde. “Anni fa c’era anche chi si preoccupava di controllare che non ci fossero siringhe abbandonate, soprattutto nel periodo in cui la zona di via Lago di Bolsena versava in pessime condizioni. Oggi quel problema non esiste più, ma lungo la striscia di verde che costeggia la ferrovia la gente continua a gettare rifiuti, anche lanciandoli dall’auto”. Il problema maggiore è costituito dagli animali: “i padroni lasciano i cani senza guinzaglio a scorrazzare nel parco senza considerare – dicono Iole e Lauro – il pericolo per i bambini che giocano. Esiste uno sgambatoio al Parco Matto al di là di via Roosvelt: perché non portare là gli animali? E poi troviamo deiezioni canine in giro per l’area verde: un gesto a dir poco incivile, almeno la tirassero su…”. Aimag contribuisce a tenere pulito il parco, ma sono tanti i cestini distribuiti in tutta l’area verde e così si vedono sempre pochi rifiuti lasciati per terra. “E’ più facile che troviamo sporco intorno all’area delle bocce e al bar dove bivaccano i tunisini. Alcuni spiacevoli episodi ci hanno obbligato a servire solo caffé e spuma. Se vengono e si comportano come si deve non ci sono problemi”. Basta guardare i pakistani che si ritrovano a giocare a pallavolo (“i noster ragas non vengono più”): “non ci hanno mai creato alcun problema e sono sempre stati corretti”. L’idea che altri cittadini possano prendersi cura delle aree verdi pubbliche piace e Iole avanza anche l’idea di consentire a imprese e attività carpigiane di farsi pubblicità proprio curando un’aiuola o una porzione di parco, “come a Palau in Sardegna o in Trentino”. Come sarebbe più bella Carpi…
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