Una primavera da dimenticare….

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La crisi non allenta la presa. A rendere ancor più fosco l’orizzonte, l’imminente scadere degli ammortizzatori sociali. Tamara Calzolari, Coordinatrice Cgil per il distretto di Carpi, Soliera, Novi e Campogalliano traccia il quadro della situazione a partire da uno dei settori di riferimento nella realtà carpigiana: quello metalmeccanico. “Tutte le aziende più importanti della nostra realtà – spiega – beneficiano degli accordi di ammortizzatori sociali (Goldoni, Angelo Po, Box Docce, Zadi). Diverse procedure concorsuali si accompagnano inoltre alle casse integrazioni straordinarie, a significare che le aziende che in altri anni hanno trascinato lo sviluppo economico, adesso sono in difficoltà.
L’intero comparto delle macchine da legno è in grande difficoltà: parliamo di circa 200 esuberi solo per quel che riguarda le aziende del nostro distretto. E’ una realtà molto pesante. Addirittura parliamo di cassa integrazione in aziende che hanno già fatto un primo percorso di cassa e di mobilità e che, dunque, chiedono nuova cassa non riuscendo a occupare gli impianti nonostante le riduzioni al personale.
Per quanto riguarda le piccole aziende del settore metalmeccanico, gli artigiani contoterzisti per aziende più grandi, sono tutti alla fine degli ammortizzatori in deroga (prevista a cavallo di marzo dell’anno prossimo) e questo riguarda un po’ tutti i settori, non solo la metalmeccanica, ma anche il tessile, il biomedicale e l’edilizia”.
Il reale momento di chiusura sarà a cavallo dell’anno nuovo, con la primavera, quando tante aziende non potranno più fare riferimento alla cassa in deroga che ha dato loro un po’ di respiro.
Altro settore di riferimento è quello del tessile-abbigliamento. “Realtà anche importanti – ad esempio la Tessitura Rossi, azienda storica del nostro territorio – hanno finito gli strumenti di cassa e quindi vanno verso decisioni di mobilità – continua Calzolari – altre aziende, come Marymode, stanno facendo cassa integrazione straordinaria e, successivamente, se sarà necessario ricorreranno alla cassa integrazione in deroga.
Le aziende più grandi vanno bene: Liu Jo, Spazio 6, Lormar, Blumarine non hanno aperto procedure, quindi non hanno problemi di ammortizzatori sociali.
In forte sofferenza l’edilizia: in provincia, in due anni, sono state tagliate 3.500 unità nel settore.
Carpi fa la sua parte – Cmb a parte – aziende storiche del territorio hanno chiuso e altre sono in forte difficoltà. Idem per quanto riguarda il settore dell’alimentazione. Italcarni, ad esempio, non pare avere prospettive particolarmente rosee: ora ci sono gli ammortizzatori in campo, ma pare che per scelte aziendali si voglia procedere a cambiare le modalità appaltando parte della lavorazione”. L’unica fetta di occupazione in leggera ripresa è quella dei precari, assunti con contratti a tempo determinato molto brevi.
E’ questo il motivo per cui Cgil manifesterà a Roma il prossimo 27 novembre. “C’è un problema di depressione dell’economia – afferma Calzolari – e di conseguenza dei consumi: se non si inverte questo circolo vizioso è difficile prevedere cambiamenti positivi. Occorre credere che la domanda pubblica sia un volano per l’economia e generi un circolo virtuoso; in seconda battuta occorre ragionare su uno sviluppo che non sia depressivo dei diritti del lavoratore ma basato sulla ricerca e sul lavoro di qualità, che non tagli su diritti e retribuzione. Chi ci rimette maggiormente in questa situazione sono i giovani: tra i disoccupati, 1 su 4 è un lavoratore giovane che non finisce mai di essere precario e non inizia mai a essere autonomo e ad avere una prospettiva per la propria vita futura”. E il 2011 cosa porterà? “Non penso che il nuovo anno risolverà il problema, anzi – prosegue Tamara Calzolari – a cavallo della primavera a molte piccole aziende, venendo meno la possibilità di far ricorso agli ammortizzatori in deroga, non sarà dato sapere del proprio futuro. La ripresa sarà lunga. E a farne le spese saranno come sempre i giovani, le donne e chi ha bassa specializzazione: i profili più deboli”. Il prossimo 27 novembre Cgil ambisce a portare 13 pullman di manifestanti a Roma al fine di dare un segnale forte. “Dato che anche Confindustria – conclude Calzolari – ha cominciato a criticare l’opera del Governo, forse vero che ci sono le condizioni per dare una svolta. Se poi Cgil, Cisl e Uil recuperassero l’unità di un tempo, potremmo contare su risultati ancora migliori”.

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