Sull’orlo di una crisi di nervi

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Sono sempre più frequenti in città, reazioni acute legate alla
perdita di speranza che la crisi economica acuisce enormemente.
Perdere il lavoro infatti, comporta una perdita di identità che sta
facendo aumentare sensibilmente le richieste di aiuto ai Servizi
Sociali del nostro territorio. Fenomeni di stress che non devono
essere sottovalutati in quanto possono portare, in casi estremi, al
suicidio, come ci spiega Rubes Bonatti, Psichiatra e Direttore
dell’Unità Operativa di Salute Mentale Modena Nord, che comprende
Carpi, Novi, Soliera, Campogalliano, Mirandola e i comuni della Bassa.

In un paio di settimane a Carpi si sono registrati due suicidi. Due
uomini in età attiva di 43 e 55 anni. Debiti di gioco e depressione
le cause plausibili che li hanno spinti a uccidersi. La crisi
economica che ci attanaglia che reazioni psicologiche può scatenare?

“La crisi che stiamo attraversando, in continuo aggravamento,
determina una condizione di perdita economica col conseguente
abbassamento del tenore di vita. Perdere il lavoro comporta una forte
crisi di identità e fa abbassare la propria autostima. La
disintegrazione dell’unità del sé provoca frustrazione,
dispiacere… un lutto progressivo. Se gli ammortizzatori messi a
disposizione per alleviare tale sofferenza non sono adeguati, allora
l’ipotesi del suicidio, il più estremo dei gesti, diventa
comprensibile. In una società come quella carpigiana, dove non
esistono più né coesione sociale nè spirito solidaristico, chi si
sente rinchiuso in un vicolo cieco, può considerare il suicidio come
l’unica scappatoia possibile”.

Dal vostro osservatorio state registrando un incremento nel numero
delle patologie depressive?

“Le depressioni maggiori essendo malattie organiche hanno
un’incidenza che resta pressochè costante nel tempo. A
preoccuparmi è l’aumento delle depressioni reattive, ovvero dei
disturbi dell’adattamento. Perdere il lavoro – così come accade di
fronte a un pensionamento, una separazione o un lutto – obbliga
l’individuo a confrontarsi con una situazione nuova, spiazzante. I
disturbi dell’adattamento non sono malattie psichiatriche bensì il
segno di un’incapacità nel far fronte a fonti di stress psico-
sociali croniche. Fenomeni di stress che non devono essere
sottovalutati perché, anche se nella maggioranza dei casi rientrano,
possono comunque sfociare in gesti gravi ed estremi come il suicidio”.

La perdita di speranza legata a quella del lavoro, può favorire lo
sviluppo di dipendenze da alcool, sostanze stupefacenti, o gioco?

“E’ un’ipotesi da non escludersi; lo stress infatti, pur non
essendo la causa scatenante di una dipendenza, è un fattore
favorente”.

Quanti pazienti avete in carico attualmente?

“I pazienti in carico al Simap di Carpi sono circa 1.600. 1.300 a
Mirandola”.

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