Aumentano le vaccinazioni ma la macchina, dopo mesi, dovrebbe funzionare meglio

Nella settimana che si è appena conclusa è stato confermato il trend di quella precedente con una media di 25mila inoculazioni giornaliere ancora lontano dall’obiettivo di 37/40mila. Ad oggi l’Emilia Romagna somministra il 90% delle dosi che le vengono consegnate.

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Fino ad oggi abbiamo sentito dire che mancavano vaccini e abbiamo dato per scontato che la capacità di inocularlo fosse buona. È davvero così?

È vero che il principale limite alla velocità di vaccinazione finora è stato individuato nella scarsità di consegne causata soprattutto dai tagli alle forniture di Astrazeneca ma questo collo di bottiglia potrebbe essere presto superato alla luce del fatto che il commissario Figliuolo ha annunciato di voler far scattare il piano dei 500mila vaccini giornalieri su base nazionale entro i primi giorni di maggio. Per corrispondere all’obiettivo la nostra regione deve somministrare quotidianamente 37-40mila inoculazioni che potrebbero essere alla portata considerando che, in base ai dati del Ministero ad oggi l’Emilia Romagna somministra il 90% delle dosi che le vengono consegnate.

Nella settimana che si è appena conclusa, però, è stato confermato il trend di quella precedente con una media di 25mila inoculazioni giornaliere ancora lontano dall’obiettivo di 37/40mila sebbene superiore alle 15mila giornaliere somministrate nel mese di marzo.

Hanno completato la vaccinazione 5mila persone al giorno nel mese di aprile e il dato ormai è prossimo a 400mila emiliano romagnoli che hanno completato la vaccinazione in una regione dove abitano 4 milioni e mezzo di persone. Non considerando la popolazione under 16, ad oggi ha completato la vaccinazione il 10-15% dei candidati.

Per quanto possa ancora accelerare, non tutti sono convinti che la macchina vaccinale riuscirà a reggere il passo delle consegne. In Italia sono le Regioni a gestire il personale e le strutture necessarie: il successo o il fallimento della campagna dipende dalle risorse locali che negli anni hanno subito progressivi e pesanti tagli che oggi pesano nella gestione dell’epidemia.

Non può accadere che i malati estremamente fragili attendano, con tutti i rischi del caso, anche un’ora all’interno del seminterrato del Centro prelievi dove si trova il Centro vaccinale di Carpi, non può accadere che non sia ancora in funzione la tensostruttura montata all’esterno, non può accadere che si discuta ancora su dove far uscire i parenti o gli accompagnatori perché i problemi di contaminazione tra ingresso e uscita sono già noti (https://temponews.it/2021/03/20/vaccini-anti-covid-a-carpi-la-squadra-ce-manca-una-sede-adeguata/), non può accadere che i vaccini siano da andare a prendere come sarebbe accaduto, in base alle testimonianze dei presenti, nella mattinata di sabato 17 aprile quando è stata segnalata anche un’interruzione dell’energia elettrica per manutenzione alle ore 14. Non sono solo le carenze di vaccini ad allontanare l’obiettivo di vaccinare il più possibile e vaccinare tutti.

S.G.

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