Fumata grigia sui Percorsi ciclabili d’Argine

Correva l’anno 2018 quando dalla manica dell’ex assessore all’Ambiente Simone Tosi sbucò per la prima volta il progetto Percorsi ciclabili d’Argine: un anello ciclo-pedonale lungo 43 chilometri tra il centro urbano e i confini est e ovest del territorio comunale, ricavato quasi interamente sugli argini dei canali di bonifica e sulle sponde dei corsi d’acqua. Di quel circuito a tre anni di distanza non vi è alcuna traccia. Che fine ha fatto il progetto, peraltro approvato all’unanimità dal Consiglio Comunale?

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Correva l’anno 2018 quando dalla manica dell’ex assessore all’Ambiente Simone Tosi sbucò per la prima volta il progetto Percorsi ciclabili d’Argine: un anello ciclo-pedonale lungo 43 chilometri tra il centro urbano e i confini est e ovest del territorio comunale, ricavato quasi interamente sugli argini dei canali di bonifica e sulle sponde dei corsi d’acqua. Dalla Lama al Tresinaro, al Diversivo Fossa Nuova-Gusmea. Un’opportunità per intercettare i cicloturisti nonché una risposta concreta ai tanti che amano passeggiare o andare in bicicletta su strade bianche e carrarecce: percorsi peraltro già esistenti e di proprietà del Consorzio di Bonifica per l’Emilia Centrale. “Tale circuito – aveva spiegato Tosi – creerà inoltre un collegamento interregionale tra Carpi e Mantova e contestualmente un itinerario di livello europeo attraverso il percorso Eurovelo 7 Ciclopista del Sole”. 

Per reperire le risorse necessarie, circa 2 milioni di euro, aveva assicurato l’assessore, “ci candideremo al Bando regionale per la realizzazione di ciclovie di interesse regionale e promozione della mobilità sostenibile per ottenere un contributo”. Sulle tempistiche Tosi era stato ottimista: “l’ideale – sosteneva nel febbraio 2018 – sarebbe riuscire ad avere il progetto esecutivo e a reperire le risorse entro la fine dell’estate per poter poi appaltare i lavori entro l’anno e, nella primavera del 2019, dare il via ai lavori”. Qualcosa evidentemente dev’essere andato storto dal momento che oggi di quell’anello non vi è alcuna traccia. Ma che fine ha fatto quel progetto approvato all’unanimità anche dal Consiglio Comunale? La fumata non è proprio nera ma al momento è decisamente grigiastra.

“Quel progetto – spiega l’assessore all’ambiente Riccardo Righi – è rimasto nel cassetto per mancanza di risorse dal momento che non venne sostenuto dalla Regione ma da lì siamo partiti per crearne altri due. La Ciclovia Carpi – Guastalla e la Ciclovia Novi – Modena sono figlie dei Percorsi ciclabili d’Argine ma hanno un respiro più vasto e dunque sono più facilmente finanziabili anche con risorse europee”.

Ad oggi “in pista ci sono questi due tracciati. La Carpi – Guastalla  – aggiunge l’assessore a Mobilità e Lavori Pubblici, Marco Truzzi lo scorso anno ha subito un rallentamento poichè la pandemia ha messo a dura prova soprattutto i comuni più piccoli coinvolti e Carpi, pur essendo l’ente capofila della cordata, non può certo decidere in autonomia i tracciati delle ciclabili in casa d’altri. Ora però la situazione sta tornando sotto controllo e gli uffici tecnici hanno ripreso a lavorare a pieno regime a una prima ipotesi di percorso. Tra un mese vorremmo giungere a una delibera in cui si evidenzia il ruolo dell’ente capofila per poter così richiedere una progettazione di fattibilità tecnica ed economica e cercare così di accelerare i tempi”.

La Ciclovia Novi – Modena, bocciata dall’Europa per il suo carattere di non replicabilità poichè eccessivamente legata alla morfologia del nostro territorio contraddistinto da una rete di canali pressoché unica nel suo genere, ha invece l’obiettivo di riconnettere tutte le Terre d’Argine per giungere poi alla Città della Ghirlandina, sfruttando un lungo tratto del Cavo Lama. “Al momento Comuni e Bonifica stanno lavorando a una ricalibrazione del progetto  – che prevede una trentina di chilometri di ciclovia, la piantumazione di 17mila tra alberi e arbusti e la realizzazione di due ettari di zone umide – per valutarne il peso economico rispetto alle risorse già stanziate (3 milioni tra Consorzio e Unione). All’appello ne mancano 2 ma l’obiettivo è quello di poterlo realizzare con risorse proprie, magari col sostegno della Regione”, conclude l’assessore Righi.

Anziché realizzare un anello che insiste solo sul carpigiano, la nuova Giunta ha scelto di investire su “due stralci di quell’operazione originaria in un’ottica di relazioni col territorio e di sviluppo in termini di cicloturismo. Crediamo che questa sia la chiave – spiega Marco Truzzi – per avere più opportunità di ottenere finanziamenti ad alto livello. Poi, se col Recovery Plan arriveranno delle risorse valuteremo anche se realizzare i Percorsi ciclabili d’Argine, d’altronde per noi investire sulla mobilità dolce è una priorità”.

Jessica Bianchi

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