Dal suo cinguettio gli antichi druidi traevano auspici e la direzione verso cui si involava indicava la strada da perseguire. Stiamo parlando del regolo, uno degli uccellini più piccini d’Europa coi suoi cinque grammi di peso. Il Regulus regulus, come dal significato della denominazione latina, è un piccolo re che porta sul capo una sorta di coroncina gialla che diventa arancione nel maschio e ben visibile quando solleva le penne se agitato o intento a conquistare il cuore di una compagna. “Il suo piumaggio è di un bel color verde oliva mentre intorno all’occhio nero ha un cerchio bianco che gli conferisce un’espressione dolcissima. Sembra quasi che indossi un paio di occhialini”, sorride Daniela Rustichelli, delegata Lipu di Carpi.
A causa dei suoi colori, il regolo – che ama le zone ombrose del bosco e delle siepi – è in grado di mimetizzarsi perfettamente ed è difficile da scorgere anche a causa delle sue dimensioni ridotte ma il suo richiamo acuto, “di tre sillabe esatte” è assai riconoscibile.
“E’ un uccelletto molto vispo – prosegue Rustichelli – dai movimenti rapidi e, alle volte, è possibile vederlo sospeso in volo mentre pilucca dai rametti o dalla corteccia e ripulisce minuziosamente gemme e foglie a caccia di insetti minuscoli come moscerini, ragnetti, larve e uova”.
In inverno nel nostro territorio il regolo vive soprattutto nelle campagne ma frequenta anche le zone antropiche facendo visita a giardini ricchi di conifere, orti e mangiatoie: “qualora ne avvistaste uno, seguitelo con gli occhi e quasi certamente ne scorgerete altri poiché vive in piccoli stormi dove trovano ospitalità anche altri uccelletti come codibugnoli e cinciarelle”, avverte la delegata Lipu.
Il regolo è un uccellino curioso e lasciare le finestre aperte potrebbe essere assai rischioso: “ricordo – racconta Daniela – che qualche anno fa un regolo è entrato più volte in una delle sale della Biblioteca Comunale e non voleva saperne di uscirne”.
Il regolo che sverna sul nostro territorio è presente in tutta Europa e ama nidificare nei vetusti boschi di conifere: “il nido, un vero capolavoro di edilizia, è una piccola coppa piuttosto profonda e sospesa solitamente sotto un ramo e realizzata dalla coppia. Ha ben tre strati: uno esterno fatto di ragnatele, muschio e licheni, quello intermedio in cui prevalgono muschi, licheni ed erbe e quello interno, il più morbido, ricco di piume e peli”.
La popolazione di questi uccelli è in diminuzione nel lungo periodo ed è “una specie il cui stato di conservazione è considerato inadeguato”, prosegue Rustichelli. Numerose le minacce, dai tagli forestali, soprattutto se eseguiti durante il periodo di nidificazione, a quelli a bordo strada: “gli alberi e le siepi a ridosso degli assi viari costituiscono una preziosa barriera per gli uccelli, se il territorio è privo di essenze arboree tali interruzioni di habitat facilitano gli scontri con le auto. A Carpi, soprattutto vicino all’autostrada, siamo stati chiamati più volte per regoli incidentati”, spiega la volontaria della Lipu.
Questi uccelletti amano soprattutto le conifere – l’abete rosso, quello bianco, il Cedro del Libano, quello dell’Atlante, il tasso, la tuia, il libocedro, le querce e gli ontani – per salvaguardarli, su scala locale, occorre “evitare abbattimenti di estensioni di verde maturo e boschetti. Ormai anche nella nostra città il verde è perlopiù giovane. E’ davvero triste che il patrimonio arboreo venga considerato solo come un arredo di cui disporre a proprio piacimento. Ogni vecchio albero è un condominio prezioso, dalle innumerevoli funzioni. E’ cavità, rifugio, nido, cibo, nicchia ecologica per tante specie… non certo un soprammobile usa e getta” conclude Daniela Rustichelli.
Una leggenda narra che un regolo raccolse ripetutamente nel cuore di una rosa delle gocce d’acqua per versarle sulle labbra di Cristo sulla croce. Proteggiamo questo piccolo re dal cuore generoso.
Jessica Bianchi