Il diritto allo studio dei bimbi sordi deve fare i conti con le misure anti Covid

La campanella è suonata il 14 settembre ma il primo giorno di scuola non è stato uguale per tutti i bambini. Il piccolo Marco (nome di fantasia) è uno di loro. “Mio figlio è sordo - spiega la madre - e le misure anti covid adottate in classe stanno rendendo le cose molto difficili per lui”.

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La campanella è suonata il 14 settembre ma il primo giorno di scuola non è stato uguale per tutti i bambini. Il piccolo Marco (nome di fantasia) è uno di loro. “Mio figlio è sordo – spiega la madre – e le misure anti covid adottate in classe stanno rendendo le cose molto difficili per lui. Da sempre, un dispositivo a frequenza bluetooth portato dall’insegnante, permette a Marco di ricevere in modo chiaro e pulito i suoni della lezione direttamente negli apparecchi acustici”.
L’emergenza Coronavirus però ha cambiato tutte le carte in tavola. “Essendo un dispositivo che viene dall’esterno, infatti, non sono ancora chiare le procedure di utilizzo e di sanificazione da adottare e dunque il corpo docente non sa come comportarsi; di conseguenza da settimane mio figlio non ha avuto la possibilità, al pari dei suoi compagni, di seguire le lezioni”. Qualcosa però si sta muovendo grazie all’impegno incrollabile di questa mamma carpigiana che ha incassato l’ok da parte della “Pediatria di comunità dell’Ausl di Modena per far indossare alle docenti una visiera con scudo del costo di dieci euro. Dotato di una doppia protezione, questo dispositivo, a uso esclusivamente personale, consente di abbattere i due metri di distanza, è sanificabile più volte e sarebbe perfetto da impiegare in tutti gli ambienti scolastici”, spiega. Ora la palla è in mano al dirigente scolastico, già in possesso di tutta la documentazione necessaria: “confido che la dirigenza provveda velocemente all’acquisto affinché il diritto allo studio di mio figlio sia finalmente garantito. La battaglia non è ancora finita ma la strada intrapresa è quella giusta”.
Nel frattempo è stata approvata una risoluzione presentata dal Centrosinistra per impegnare la Regione Emilia Romagna a fornire alle scuole delle mascherine trasparenti per rispondere così ai bisogni degli alunni con difficoltà uditive: nei momenti in cui è obbligatorio indossare la mascherina, infatti, questi studenti non riescono a leggere il labiale e a comprendere i messaggi di insegnanti e compagni.
Un primo passo che speriamo possa concretizzarsi in tempi brevi poiché, conclude la mamma del piccolo Marco, “questo vorrebbe dire facilitare la socializzazione coi compagni e abbattere il muro che troppo spesso esiste ancora tra sordi e udenti”.
Jessica Bianchi

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