Un rifugio pieno d’amore

L’attività dell’associazione Ris-Pet, fondata nel 2012, si è concentrata soprattutto sulle situazioni di disagio. Il Rifugio per animali a Panzano di Campogalliano ospita cani che vengono dal sud, maltrattati e paraplegici in seguito a incidenti stradali. “Invitiamo tutti a partecipare alla Camminata a sei zampe, domenica 12 luglio” afferma Barbara.

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Tra un colloquio per l’adozione e gli impegni legati alla cura dei cani disabili, Barbara si ritaglia il tempo per raccontare quello che succede al Rifugio per animali a Panzano di Campogalliano in via Lama, 23 e invitare tutti alla Camminata a sei zampe, domenica 12 luglio. Il suo amore nasce lontano nel tempo. “Avevo ventun anni quando, varcando la soglia del canile comunale di Modena, mi resi subito conto delle condizioni in cui vivevano gli animali, più di quattrocento all’interno della struttura, dove era ancora in vigore la legge che ne prevedeva la soppressione”. Dagli Anni Novanta, oltre alla legge, sono cambiate tante cose, anche il canile che oggi accoglie centocinquanta animali in condizioni dignitose.

L’attività dell’associazione Ris-Pet, fondata nel 2012, si è concentrata soprattutto sulle situazioni di disagio. Ci sono cani che vengono dal Sud dove è ancora tanto diffuso il randagismo, poi ci sono quelli recuperati dalla Lav e da altre associazioni in attesa di adozione e quelli che sono stati maltrattati. Blacky è rimasto cieco perché colpito col fucile dal vicino di casa che non sopportava la sua presenza; Nonna Lea, cieca e sorda, passa qui gli ultimi giorni della sua vita trascorsa nel canile; c’è Butler, che hanno tentato di impiccare; Riccardo che per sei mesi non si è fatto avvicinare da alcuna persona e ha una cicatrice evidente nel collo perché il collare troppo stretto si è incarnato nella pelle. C’è l’animale che ha problemi fisici e quello che evidenzia problematiche psicologiche che derivano da pesanti maltrattamenti, seguito dalle educatrici che al Rifugio prestano gratuitamente servizio due volte al mese. Non ci sono solo cani, ma anche un gatto, un asino, due caprette e alcune tartarughe: tutti abbandonati dai proprietari e di cui il Rifugio si prende cura. Trovano ospitalità presso il Rifugio, i cani disabili e paraplegici, “che non sopravviverebbero in un canile. Coinvolti in incidenti stradali, ne sono rimasti pesantemente segnati: a causa del disturbo della vescica neurologica non sono più autonomi nelle loro funzioni e occorre provvedere con lo svuotamento manuale e per questo vengono organizzati tre turni di tre ore per aiutarli con la spremitura, lavarli e rimettere i jeans perché si divertono a prendere a morsi i pannoli”.

Barbara sorride ma si tratta un impegno particolarmente faticoso condiviso però con tanti volontari. “Chi abita – dice Barbara indicando le abitazioni accanto alla sua – in queste tre case, in tutto siamo tredici persone, è animalista come me e poi ci sono i volontari, tra cui un gruppo di ragazze che trascorrono qui l’estate dandoci una mano”. Da quando Barbara è entrata per la prima volta al canile di Modena sono passati trent’anni e “oggi le nuove generazioni sono molto più attente”. Rivolge lo sguardo a Giada e alle sue amiche di scuola che trascorrono tante ore al Ris-Pet di Panzano. Tutto è cominciato sei anni fa con l’adozione di un cane affetto da lesmaniosi e, da allora, Giada non ha più smesso di frequentare il Rifugio. “Invitiamo tutti a partecipare alla Camminata a sei zampe di domenica 12 luglio. Ci sarà la possibilità di fare colazione al Rifugio dalle 10 alle 11 grazie alla disponibilità di Giada, delle sue compagne di liceo e dei ragazzi del Centro sociale di Castelfranco poi, alle 11, ci trasferiamo ai laghetti di Campogalliano per una passeggiata in compagnia. Aspettiamo i padroni coi loro cani ma anche tanti volontari disposti a darci una mano, come da sempre fanno, per portare a spasso i nostri quarantacinque cani di cui quindici paraplegici che camminano col carrellino” conclude Barbara.

Sara Gelli

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