Pronto il vademecum della Regione per le imprese che vogliano produrre mascherine chirurgiche

La guida, frutto del coordinamento degli assessori Vincenzo Colla, Raffale Donini e Irene Priolo ed elaborato da Arter, supporta le aziende interessate a produrre i dispositivi come previsto dal Decreto del Governo "Cura Italia". L'università di Bologna e il Tecnopolo di Mirandola saranno i laboratori di riferimento per i test.

0
1339
Foto di repertorio

Un vademecum per supportare le imprese manifatturiere dell’Emilia-Romagna che vogliano produrre mascherine chirurgiche, in deroga alla normativa vigente come previsto dal Decreto del Governo “Cura Italia”. Il documento, frutto del coordinamento dell’assessore allo Sviluppo economico Vincenzo Colla con i colleghi della Sanità Raffaele Donini e della Protezione Civile Irene Priolo, è stato messo a punto da Arter per conto della Regione, e sarà a supporto delle imprese manifatturiere emiliano-romagnole interessate a produrre questi dispositivi.
Che cosa prevede il Decreto “Cura Italia”? Le aziende produttrici che intendano avvalersi della deroga dovranno inviare all’Istituto Superiore di Sanità, Iss, un’autocertificazione nella quale dichiarino le caratteristiche tecniche delle mascherine e che queste rispettino i requisiti di sicurezza della normativa vigente, così da poter avviare la produzione.
Entro tre giorni dalla autocertificazione le imprese dovranno trasmettere all’Iss ogni elemento utile per la validazione. L’Istituto si pronuncia entro i 2 giorni successivi e in caso di parere negativo il produttore deve cessare la produzione.
Ovviamente si tratta di una procedura molto controllata: le mascherine dovranno essere testate e risultare conformi allo standard EN 14683 e allo standard ISO 10993, e dovranno essere prodotte da un’azienda che abbia un sistema produttivo di qualità certificato. In Emilia-Romagna i laboratori in grado di testare e dichiarare la conformità di mascherine chirurgiche agli standard prima citati sono l’Università di Bologna e il Tecnopolo di Mirandola.
“In una situazione economica difficile per tante filiere del manifatturiero, la produzione di questi dispositivi – dichiara l’assessore allo Sviluppo economico e lavoro, Vincenzo Colla – può rappresentare un’opportunità con doppia valenza, sia sociale che economica. Con i laboratori e le competenze che abbiamo presso l’Università di Bologna e del Tecnopolo dedicato alla ricerca biomedicale riusciamo a dare un contributo concreto per realizzare prodotti necessari per la salute di operatori sanitari e cittadini”.
L’Università di Bologna e il Tecnopolo del biomedicale di Mirandola hanno già definito una procedura interna per rispondere in modo tempestivo alle richieste delle imprese, compatibilmente con i tempi tecnici dei test.

clicca e unisciti al nostro canale whatsapp
clicca e unisciti al nostro canale whatsapp
clicca e unisciti al nostro canale whatsapp