“La storia di Erika ha risvegliato l’Italia ed è servita a tanti altri ragazzi italiani che si trovano nelle sue stesse condizioni”. Queste le prime parole pronunciate dal ministro all’Istruzione Lorenzo Fioramonti, lo scorso 26 ottobre, durante il programma televisivo Italia Sì di Rai Uno, nel rispondere a Erika Borellini, la studentessa 25enne che da sei anni si prende cura, giorno dopo giorno, della madre, e che per un solo punto non si è potuta iscrivere alla Magistrale di Ingegneria elettronica all’Università di Modena. “In collaborazione con il magnifico rettore dell’Ateneo – ha poi proseguito il ministro – abbiamo deciso che gli studenti caregiver dovranno essere equiparati agli studenti lavoratori e dunque, come loro, nell’iscriversi alla Magistrale potranno beneficiare di due punti bonus”. Un annuncio accolto con gioia da Erika, da mesi impegnata in questa battaglia, che però rimane coi piedi per terra: “vedremo se alle parole seguiranno i fatti e se davvero potrò coronare il mio desiderio”.
A fare maggiore chiarezza è il magnifico rettore, Angelo Andrisano: “abbiamo scritto una bozza di progetto portata all’attenzione del Consiglio di Amministrazione, venerdì 25 ottobre; inutile sottolineare come il consiglio abbia condiviso all’unanimità tale iniziativa per la quale abbiamo insediato un tavolo di tecnici esperti affinché redigano un testo che dovrà poi essere portato all’approvazione degli organi accademici. Abbiamo inoltre ritenuto importante informare l’Assessorato della Regione Emilia Romagna e gli altri rettori poiché vorrei che questo meritorio provvedimento di parificazione degli studenti caregiver con quelli lavoratori fosse condiviso da tutti gli atenei presenti nella nostra regione”.
Sui tempi, il rettore è cauto: “è chiaro che ci vorrà del tempo per arrivare al testo definitivo dopodiché cercheremo lo strumento idoneo affinché Erika Borellini e altri studenti caregiver come lei possano usufruirne”.
Il magnifico rettore dell’Università di Modena e Reggio Emilia, Angelo Andrisano
L’Ateneo di Modena e Reggio è disponibile a sostenere il riconoscimento della figura dei giovani caregiver iscritti ma prima occorre trovare il giusto strumento normativo.
Mi hanno rubato un sogno – aveva più volte ribadito Erika davanti alle telecamere di Rai uno – e vorrei riprendermelo. Sono qua per protestare per una profonda ingiustizia che io, così come tanti altri che come me si occupano di famigliari affetti da grandi disabilità, ho subito. Perchè uno studente lavoratore può beneficiare di due punti bonus e un care giver no? Perché il nostro ruolo non viene riconosciuto dal mondo accademico? Mi spiace di non essere riuscita a guadagnarmi quel punto ma rifarei tutto daccapo perché mia madre è la mia priorità.
Grazie al suo coraggio e alla sua intraprendenza questa studentessa è riuscita a farsi ascoltare e, forse, grazie alla sua battaglia molti altri giovani caregiver potranno beneficiarne. Insomma il sogno di Erika non è ancora a portata di mano ma è di certo un po’ più vicino.
Jessica Bianchi