Ancora sciopero alla Omgatech di Limidi

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Lo sciopero è contro la decisione unilaterale dell’azienda di non erogare il salario aziendale
(Premio di Risultato di almeno € 900 annui) previsto dal contratto aziendale in vigore.

Le lavoratrici e i lavoratori, in risposta alla presa di posizione di Confindustria Modena sulla stampa locale, che li accusa di scarsa responsabilità, ricordano che, per salvare la continuità dell’impresa, dopo la messa in liquidazione dell’Omga con concordato preventivo nel 2009,
furono protagonisti di una difficilissima vertenza, conclusa con un accordo presso la Provincia di Modena. Accordo approvato all’unanimità.

L’accordo prevedeva che, per salvaguardare la continuità aziendale, su un organico complessivo di 137 addetti tra Limidi e Trento, 82 lavoratori accettassero volontariamente il percorso che li ha portati alla mobilità al termine della Cigs, rinunciando al diritto di passare alla Omgatech previsto dall’art. 2112 del Codice Civile, a fronte di un incentivo
all’esodo irrisorio e al dilazionamento delle retribuzioni non percepite e del TFR, che, tra l’altro, devono ancora percepire.

Dei 55 che sono passati alla Omgatech, 15 lavoratori hanno differito di un anno il diritto al passaggio stesso, mentre tutti i restanti, per diversi mesi, per salvaguardare il maggior numero di posti di lavoro possibili, hanno volontariamente trasformato il rapporto di lavoro a part time,
autoriducendosi le ore di lavoro e conseguentemente il salario, alcuni di loro sono attualmente ancora a part time.
Tutto ciò, è avvenuto sempre attraverso percorsi democratici condivisi da tutti. Questa è l’irresponsabilità di cui vengono accusati da Confindustria Modena. Confindustria, che conosce benissimo questi fatti, dovrebbe almeno evitare di infierire e strumentalizzare. Dovrebbe invece, a nostro modo di vedere, abbandonare le iniziative unilaterali, e adoperarsi per ripristinare da subito corrette relazioni sindacali, convocando le parti per individuare ancora una volta un percorso condiviso, su questo troverà sempre la RSU e la Fiom disponibili al confronto.
Le aziende e Confindustria, devono sapere che, a tutto c’è un limite e che, continuando ad attaccare i diritti senza voler ricercare il consenso delle lavoratrici e dei lavoratori non si va da nessuna parte.

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