La rivoluzione della zona rossa

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Con Carpi, se lo conosci – e la cosa è abbastanza improbabile – lo eviti, perchè
così come è strutturato attualmente non serve. E’ questo che il centinaio di esercenti del centro storico riunitisi autonomamente lo scorso giovedì 19 luglio, all’Auditorium Loria hanno fatto emergere, ovvero il loro mancato coinvolgimento nel consorzio partecipato da Comune e associazioni di categoria, nato per promuovere le notti bianche e i festeggiamenti del Natale. Chi era presente all’assemblea ha avuto la sensazione che sia in atto una piccola rivoluzione tra i commercianti del cuore di Carpi: stanchi di non essere debitamente informati dal Comune in merito alle iniziative in programma e stufi anche di non avere voce in capitolo sulle stesse, stanno iniziando a comprendere che per far valere le proprie ragioni occorre fare massa critica, scavalcando gli intermediari. “Con Carpi: questo sconosciuto”, ha dichiarato Luca Semellini, il più vecchio orafo di Carpi, la cui bottega si affaccia su via Giulio Rovighi da 33 anni, dando voce a tanti suoi colleghi. “Vogliamo poter usare questo strumento per riportare la gente tra i portici, ma per farlo occorre che si possa partecipare. Ora è il momento dell’unione, di superare vecchie diffidenze e divisioni per concentrarci sull’obiettivo comune di far rivivere il centro. Questo terremoto è stata una vera sciagura, ma dobbiamo saper cogliere l’opportunità per rinascere”. Dall’assemblea è scaturita la volontà di eleggere un rappresentante per ogni zona del centro affinché si faccia portavoce delle istanze dei colleghi e possa fare sintesi con l’Amministrazione. “Ci sono volute la crisi e il terremoto per renderci consapevoli di avere altri negozi intorno a noi – ha aggiunto Marco Valentini della libreria Mondadori – ma dobbiamo utilizzare questo nuovo spirito di collaborazione per cambiare passo”. Tra le esigenze espresse, pressante quella di poter avere eventi che si svolgano anche durante il giorno. “Perché non possiamo pensare che la normalità sia lavorare la sera – ha detto la fornaia Stefania Sacchi nel suo intervento – altrimenti tanto vale aprire più tardi e spostare in avanti la chiusura. Comunque è arrivata l’ora del fai da te, perché se non ci aiutiamo da soli nessuno lo farà”. A interloquire anche l’assessore all’economia Simone Morelli: “prima della promozione bisognerà far sì che si cambi marcia rispetto al passato, soprattutto con i privati. Mi ha sempre imbarazzato vedere quanto sfitto c’è in centro, tanto che alcune zone sono degradate e morte. Si deve puntare sulla vitalità e la concorrenza per il bene di tutti, superando steccati e particolarismi”. Sul caro affitti, che non accenna a diminuire nonostante il ‘dimezzamento’ di Piazza Martiri, la mancanza del mercato ambulante almeno sino a settembre e la crisi economica, ha fornito un’interpretazione interessante Stefania Sacchi. “Gli affitti in piazza e in Corso Alberto Pio si abbasseranno se tutto il centro tornerà ad acquistare valore. Una città come Carpi può permettersi di avere soltanto due Corsi che funzionano, mentre gli altri sono allo sbando? E’ assurdo”. Altro auspicio dei commercianti è poi quello che tra i portici tornino a vedersi rivendite alimentari, sempre più rarefatte negli anni. Soltanto i prossimi mesi potranno dire se la ‘rivoluzione della zona rossa’ riuscirà a dare un peso diverso alla volontà dei negozianti.
Marcello Marchesini

In foto Luca Semellini