Treni Carpi-Modena: Vaccari scrive alla Regione

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«Per migliorare la situazione sulla linea ferroviaria Modena-Carpi serve un risoluto intervento della Regione per superare l’attuale sovrapposizione di inefficienze nel governo della ferrovia Modena-Verona, spostando sulla direzione regionale dell’Emilia Romagna di Rfi la gestione dell’infrastruttura ora a Verona». E’ questa la richiesta contenuta in una lettera inviata venerdì 19 novembre, da Stefano Vaccari, assessore con delega alla Mobilità della Provincia di Modena, a Alfredo Peri, assessore alla Mobilità della Regione Emilia Romagna.
Per Vaccari, inoltre, «occorre operare una più chiara assegnazione di responsabilità gestionali del servizio ad una delle due direzioni regionali di Trenitalia, o ad entrambe, spezzando però la gestione di Mantova, assegnando a Bologna la competenza sul tratto modenese».
Le richieste della Provincia sono state concordate in un recente incontro che si è svolto a Carpi con la partecipazione dei rappresentanti dei Comuni di Modena, Carpi, Novi, Soliera e del Comitato utenti.
Nella lettera alla Regione, Vaccari sottolinea che la soluzione definitiva del problema dei disservizi sulla tratta è legata ai lavori del raddoppio dei binari tra Modena e la nuova fermata nella stazione di Villanova S.Pancrazio «che sarebbero dovuti partire nel dicembre 2010 poi sembra rinviati all’estate del 2011. Occorre definire subito una data certa». Con questi interventi, infatti, «sarà possibile introdurre un orario cadenzato a 60 minuti tra Modena e Verona con rinforzi alla mezz’ora tra Modena e Carpi, come chiesto da tempo dagli enti locali modenesi».
Vaccari denuncia anche «l’atteggiamento del gestore che continua in maniera palese e inaccettabile a disinteressarsi della linea e a non rispettare gli impegni assunti nel Contratto di servizio», ricordando il «ripetersi quasi quotidiano di disservizi anche gravi».
Occorre quindi migliorare subito la qualità e la capienza del materiale rotabile, in vista del rinnovo del Contratto 2011 che deve prevedere la destinazione di materiale dalle prestazioni e capienza all’altezza di «una ferrovia – conclude Vaccari – che trasporta globalmente decine di miglia di persone e che deve pertanto essere considerata un patrimonio di immenso valore da valorizzare».

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