Il raddoppio non si fa

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C’erano una volta le Ferrovie dello Stato. Nate nel 1905 in seguito alla statalizzazione delle ferrovie italiane, cessarono di esistere nel 1985 per effetto della privatizzazione che le trasformò nuovamente da ente pubblico economico in società per azioni a totale partecipazione statale.
In linea con le direttive europee che prevedevano lo scorporo del settore ‘gestione’ dal settore ‘infrastruttura’, all’interno di Ferrovie dello Stato spa nel 2000 fu costituita Trenitalia a cui è affidato il trasporto di passeggeri e merci; l’anno successivo nacque RFI, Rete Ferroviaria Italiana spa, società che si occupa della rete e delle stazioni.
La premessa è d’obbligo per capire quali difficoltà si possono incontrare se ci si avventura alla ricerca di un interlocutore che possa rispondere alle sollecitazioni finora emerse nell’ambito della campagna informativa Che raddoppio sia! condotta da Tempo dall’inizio dell’anno per sollecitare un intervento sulla linea ferroviaria Carpi – Modena, al termine di un anno, il 2010, disastroso per i pendolari.
La questione del raddoppio del binario tra Carpi e Modena, così come la gestione della circolazione su quella tratta, compete infatti a Rete Ferroviaria Italiana (Gruppo FS), la qualità dei mezzi dipende da Trenitalia, mentre per legge la programmazione dell’offerta e la definizione delle tariffe sono di competenza delle Regioni. In Emilia Romagna, inoltre, è stata istituita dalla Regione la società FER, Ferrovie Emilia Romagna, che gestisce in autonomia alcune linee di proprietà, nonché alcuni servizi su linee RFI, tra cui la Modena Carpi.
A complicare maggiormente le cose, occorre considerare che la linea ferroviaria Modena – Carpi – Suzzara – Mantova – Verona attraversa tre diverse regioni e, per ora, è di competenza del Veneto, nonostante l’assessore ai Trasporti dell’Emilia Romagna Alfredo Peri abbia già presentato formalmente al compartimento del Veneto la richiesta di passaggio di competenze.
Nonostante tutto, la richiesta inoltrata da Tempo alle Ferrovie ha trovato risposta in breve tempo sia da parte di Rete Ferroviaria Italiana, sia da parte di Trenitalia Emilia Romagna.
Il nostro interlocutore è la sede regionale dell’ufficio stampa del Gruppo FS che parte della questione del raddoppio dei binari per spiegare che “lo Stato, proprietario dei binari che corrono lungo tutto il Paese, li ha dati in concessione a Rete Ferroviaria Italiana, a cui compete la gestione. Quindi RFI deve, oltre a gestire e controllare la circolazione dei treni, realizzare gli investimenti sulla rete decisi dal Ministero delle Infrastrutture sulla base di un Contratto di Programma in cui sono contemplati priorità, costi e risorse. All’interno del Contratto di Programma, aggiornato ad aprile 2010, fra gli interventi che hanno ottenuto una copertura finanziaria non c’è il raddoppio del binario tra Soliera e Carpi. La realizzazione del doppio binario si ferma a Villanova e, in prospettiva, potrebbe essere realizzato fino a Soliera”. Ma lì ci si ferma perché allo stato attuale sono altre le priorità individuate dal Contratto di Programma fra Ministero delle Infrastrutture e RFI, anche perché la linea Carpi – Modena “non è ancora satura, bensì in grado di consentire anche un eventuale futuro incremento del traffico ferroviario”.

“Si sta ragionando, invece – spiegano dall’uffico stampa – sul riassetto del servizio nella prospettiva di modificare l’offerta. Gli incontri sono tuttora in corso tra Trenitalia, Emilia Romagna e Veneto, RFI e Regione, ma si stanno studiando le ricadute di un’ipotetica rottura di carico a Mantova. Poi c’è la questione del materiale rotabile: le carrozze di Trenitalia in circolazione fra Modena e Carpi, appartengono alla direzione Veneto, che attualmente ha una disponibilità ridotta di treni”. E sui 52 che corrono su e giù tra Verona, Suzzara o Carpi e Modena, 36 appartengono a Trenitalia (35 di Trenitalia Veneto, 1 solo di Trenitalia Emilia Romagna), 16 a Fer. Su questo fronte si può fare di più.

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