L’incubo giapponese raccontato da Chihiro

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Sono le tre di notte in Giappone, ma Chihiro risponde nel giro di una decina di minuti alla mail. Appresa la notizia del terribile terremoto, il pensiero corre agli amici conosciuti in occasione del viaggio intrapreso nel febbraio del 2010 per accompagnare le meravigliose stampe giapponesi, onservate dal collezionista carpigiano Carlo Contini, recentemente scomparso, ed esposte in occasione della mostra al Museo Itibashi. ” Grazie per la gentilissima mail” risponde Chihiro in perfetto italiano. “Un giorno veramente terribile. Al momento in cui la prima scossa e’ venuta, ero nella metropolitana. non riuscivo più a muovermi e, a mezzanotte, siamo stati costretti a tornare a casa a piedi per ore, perché a Tokyo tutti i mezzi e i treni erano bloccati”. A Tokyo, in considerazione delle distanze, tornare a casa a piedi significa percorrere parecchi chilometri. Il sollievo di sapere delle buone condizioni di Chihiro non allevia la sofferenza per quello che è successo in Giappone e che la nostra amica racconta. “Meno male qui luce e gas ancora funzionano. Invece è andata peggio al Nord: Sendai, Fukushima, ed Iwate colpite dallo tsunami, dagli incendi e poi da una fuga di radioattivo…i numeri dei morti e feriti non sono ancora sicuri…dobbiamo ancora aver pazienza”. Nella zona in cui il terremoto ha colpito più duro, a Sendai, Fukushima e Iwate, “gli tsunami verranno ancora perché c’è Aftershock (=piccoli terremoti), le autostrade e gli aeroporti rimarranno chiusi. Ma grazie all’aiuto dei pronto soccorsi internazionali da 91 Paesi, le operazioni di ricerca e pronto intervento procedono”.
Chihiro mantiene la proverbiale compostezza giapponese. E’ un momento grave per la sua nazione, il più grave dalla resa e dalla Seconda guerra mondiale, ma lo sforzo è tornare alla normalità riprendendo lavoro e scuola: una normalità paradossale nel contesto di emergenza. La crisi energetica innescata dal sisma ha costretto al razionamento per evitare il black out del Paese: “Il governo – spiega Chihiro – ha deciso di risparmiare l’energia elettrica limitando l’uso quotidiano a un massimo di tre ore al giorno a turno, dividendo la regione del Kanto in cinque diverse zone (Tokyo, Yokohama… ecc). Tuttavia questa soluzione non funziona e quasi tutte le ferrovie e metropolitane sono bloccate e non si può andare a lavorare sebbene oggi sia lunedì…una gran confusione!”.
Chihiro racconta dell’incubo nucleare. “Sabato uno dei reattori, il numero 1, si era rotto: per abbassare la temperatura si è messa l’acqua marina, ma invano”. Alle 15,30 la gabbia di contenimento è esplosa per una reazione chimica, nel pieno di una procedura di decompressione, che ha coinvolto l’idrogeno, ma il contenitore in acciaio e cemento è rimasto intatto. “Quella notte – racconta Chihiro – durante l’evacuazione, la gente locale che abita nel raggio di 20 km dalle centrali è rimasta esposta a contaminazioni radioattive”. “Sulle notizie, quelle nucleari – scrive Chihiro – siamo tutti arrabbiatissimi contro il governo perché le spiegazioni nono sono chiare e sempre ‘minime’. Riportano soltanto qualche risultato di statistiche fisiche… ma non si capisce. Abbiamo ancora il dubbio che nascondano qualcosa di peggio. Relativamente ai ritardi nel salvataggio degli abitanti di Fukushima, se le informazioni fossero state corrette, forse saremmo potuti intervenire più tempestivamente. Un abbraccio”. Anche Carpi ti abbraccia.