Dimmi che danno hai e ti dirò cosa fare (forse)

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E’ ufficialmente operativo l’accordo tra Regione Emilia Romagna e Banche per le anticipazioni di liquidità a costo zero a favore dei cittadini per interventi di riparazione, ripristino e ricostruzione di beni immobili – con livello di danni B, C ed E senza demolizione (leggere) – danneggiati dal sisma. Malgrado fiocchino le ordinanze però, sono ancora numerosi i nervi scoperti della gestione post sisma nel nostro territorio. Non sono infatti ancora state esplicitate le linee per la ricostruzione degli edifici classificati E (gravi); non si sa ancora se i costi delle demolizioni saranno o no rimborsati e in che misura; la burocrazia rende ogni operazione lenta e farraginosa… Incertezze si sommano così a incertezze e i tempi – con l’inverno alle porte – continuano ad allungarsi, mentre sulla testa di tutti incombe la più preoccupante delle spade di Damocle: saremo risarciti? Insomma, nonostante i proclami di una politica sempre più scollata dai bisogni reali della gente e le promesse del commissario Vasco Errani, le persone colpite al cuore dal sisma chiedono maggiore celerità per poter ricostruire le proprie case e le proprie aziende. Per cercare di far luce sul mare magnum di ordinanze che la Regione snocciola ci siamo rivolti all’ingegnere Gianluca Loffredo, amministratore unico di ArchLivIng, società di ingegneria esperta in innovazioni energetiche e tecnologiche in campo edilizio.
Al via, con a un’ordinanza del 28 agosto, le risorse per le ristrutturazioni delle abitazioni danneggiate dal sisma e classificate B o C, cioè temporaneamente o parzialmente inagibili. Il Piano Casa dettato dalla Regione però non ha ancora dettagliato le linee guida della ricostruzione. Come vi state muovendo relativamente ai progetti di ripristino?
“Per quanto concerne gli interventi di tipo B e C per gli edifici residenziali i progetti di ripristino strutturale seguono le Norme Tecniche delle Costruzioni. Il modus operandi dei progetti di ripristino è ampiamente documentato in letteratura per cui potremmo non necessitare di ulteriori linee guida regionali”.
Le inagibilità classificate E dalle schede Aedes sono state suddivise in leggere e gravi: qual è la differenza?
“Ad oggi non c’è una definizione ufficiale di tale differenza: si attende l’ordinanza delle E per meglio chiarire questi due aspetti”.
Cosa consiglia di fare ai proprietari di abitazioni danneggiate dal sisma e classificate E? E agli imprenditori con capannoni lesionati? Aspettare o iniziare i lavori? Il timore di molti infatti è quello di non vedere nemmeno l’ombra di un quattrino di risarcimento…
“Per quanto concerne gli edifici residenziali calissificati E, i cittadini devono incaricare uno studio per iniziare l’iter di progettazione che è complesso e articolato ed è alla base dei successivi lavori. I cittadini non devono assolutamente far iniziare i lavori alle imprese di costruzione senza aver prima incaricato uno studio di fiducia che possa seguirli in tutto l’iter: sarebbero inficiati qualità e accesso ai contributi. I capannoni non hanno avuto classificazione AeDES e i datori di lavoro devono dotarsi di un certificato di agibilità sismica incaricando uno studio di progettazione”.
Alcuni muratori dopo aver letto il tariffario emesso dalla Regione relativo alla ricostruzione hanno lamentato prezzi molto al di sotto rispetto a quelli del mercato. Le risulta?
“Non mi sembra vi siano discrepanze rispetto ai tariffari tipici”.
Continuano a essere rilasciate revoche all’inagibilità, segno che molte famiglie hanno avuto la possibilità di rientrare in casa dopo aver effettuato lavori di ristrutturazione e ripristino delle condizioni di sicurezza nella loro unità abitativa. Alcuni sono preoccupati di non ricevere poi un rimborso da parte dello Stato. Conferma?
“Se i lavori sono stati realizzati secondo progetti in linea con le Norme tecniche delle Costruzioni e i pagamenti sono stati effettuati in modo chiaro, esclicito e inequivocabile non vedo perchè debbano temere di non ricevere i contributi”.
Gli oneri delle demolizioni oggi a carico dei privati saranno rimborsati?
“Non ci sono ancora notizie ufficiali in merito”.
Finora, anche se non si sono ancora visti, sono stati stanziati 8,5 miliardi di euro per la ricostruzione, se i danni stimati ammontano a 13,2 miliardi, è ovvio che i promessi risarcimenti – fino all’80% – sono una bufala.  Lei ha già avuto esperienze di ricostruzione all’Aquila: a quasi quattro mesi dalle violente scosse di terremoto che hanno sconvolto l’Emilia, qual è il suo giudizio da professionista sull’operato della Regione?
“La Regione sta operando con celerità ma sta commettendo, a mio avviso, alcuni errori di valutazione relativamente alle tempistiche. Ad esempio i progetti relativi agli esiti di agibilità B e C devono essere depositati presso il Comune entro il 30 novembre. I comuni hanno 20 giorni di tempo per richiedere eventuali integrazioni che il Tecnico deve produrre in 10 giorni. Il Comune deve, entro 60 giorni, determinare il contributo ammissibile. Le sembra che i tempi siano congrui con gli impegni di tutte le categorie menzionate? A iniziare proprio dagli uffici tecnici dei comuni che sono sempre sommersi di incombenze”.
E’ evidente che non si muore di terremoto bensì di malaedilizia. Cosa occorrerà fare per rendere sicuri capannoni e abitazioni?
“Le tecniche di miglioramento strutturale delle abitazioni e dei capannoni sono molteplici e ben collaudate. Nuovi materiali come la fibra di carbonio, la fibra di vetro, resine epossidiche… facilitano il lavoro dei progettisti. In primis, in ogni caso, andranno eliminati i danni causati dal sisma, quindi occorrerà valutare le più significative vulnerabilità dell’edificio e risolverle adeguatamente. Per intenderci la principale vulnerabilità messa in luce dai terremoti emiliani è la tecnica costruttiva dei capannoni, dove il collegamento degli elementi strutturali è garantito dal semplice appoggio o da elementi fragili”.
Cosa significa avere una casa antisismica? 
“Il discorso è complesso poiché la norma stabilisce il livello di danno che una stuttura può subire in funzione dell’aumento dell’intensità del sisma. Ovvero si concede a una struttura di danneggiarsi purchè venga salvaguardata la vita umana nel caso di eventi paragonabili a quelli epicentrali del 20 e 29 maggio (la zona epicentrale  individua un’area di raggio pari a crica 5/10 chilometri intorno all’epicentro stesso)”.
Tra tutti i materiali, quello con maggiori garanzie di antisismicità è sicuramente il legno. Consiglierebbe la costruzione di case in legno nel nostro territorio anzichè in muratura?
“Non esiste un materiale più antisismico di un altro. La modalità di progettazione, la scelta dei particolari costruttivi, la modalità di posa, l’attenta sorveglianza da parte della direzione dei lavori, materiali certificati, manodopera qualificata, studi di progettazione che operano in modo integrato, sono gli ingredienti per avere un eccellente risultato non solo in termini antisismici, ma anche energetici, estetici, acustici e architettonici. La scelta di un materiale rispetto a un altro dipende da molti fattori: tempistiche, costi, obiettivi, reperibilità sul mercato, gusto estetico, regole urbanistiche… Ogni soluzione deve essere valutata caso per caso”.
Per maggiori informazioni: 393. 9991367 e-mail g.loffredo@archliving.it
Jessica Bianchi