“Noi siamo pronti”

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Il problema è enorme: quasi la metà degli antinfluenzali in circolazione in Italia è stata ritirata e non potrà essere utilizzata. Le dosi di vaccino Novartis bloccate per alcune anomalie sono 500mila all’interno di una partita complessiva di vaccini pari a tre milioni di dosi. Sommando a tale partita 2,3 milioni di dosi di vaccino bloccate dall’azienda olandese Crucell si arriva a un totale di 5,3 milioni di dosi che vengono a mancare su un totale di dieci/dodici milioni di dosi in circolazione in Italia. “L’Ausl ha annunciato che il 10 novembre saranno recapitate agli ambulatori dei medici di famiglia le dosi per iniziare la campagna antinfluenzale – riferisce il dottor Giuseppe Gaglianò, vice segretario provinciale Fimmg – e noi siamo pronti. Abbiamo già predisposto l’agenda degli appuntamenti per sottoporre i nostri pazienti al vaccino a partire dal 10 novembre e fino al 15 dicembre. Ci siamo resi disponibili in questo periodo per spiegare, fornire informazioni e rassicurare i nostri pazienti”. Per ora “nessuna dose di vaccino è stata consegnata all’Azienda Usl di Modena” si legge nel comunicato, aggiornato a fine ottobre, dell’Azienda sanitaria in attesa delle dosi che devono arrivare dal Ministero, attraverso la Regione, e il dubbio è che il vaccino non riesca a raggiungere entro il 10 novembre gli ambulatori dei medici. La situazione è critica, ma “paradossalmente i cittadini – spiega il dottor Graziano Carvelli, coordinatore distrettuale Guardia medica – si sentono oggi più sicuri e tranquilli perché i sistemi di controllo ci sono e funzionano. Il tempestivo provvedimento del Ministero della Salute e i controlli dell’Aifa (Agenzia Italiana per Il Farmaco) sono una conferma del fatto che il sistema di vigilanza funziona in modo efficiente”. A preoccupare di più i medici di base è il rischio correlato alla mancata copertura antinfluenzale di parte della popolazione “perché – precisa Gaglianò – chi soffre di patologie croniche, i cardiopatici e coloro che hanno problematiche respiratorie rischiano malattie polmonari se esposti all’influenza stagionale”.E’ fondamentale, dunque, che i vaccini arrivino. “Il fatto che si parta con la campagna a metà novembre invece che a metà ottobre può anche rappresentare un vantaggio per i pazienti – spiega Carvelli – in considerazione del fatto che finora la stagione è stata clemente e il virus può colpire fino a fine febbraio. Vaccinarsi adesso significa avere una copertura fino al mese di marzo”. Il ‘caos vaccini’ ha complicato la situazione e le preoccupazioni sono tali da far passare in secondo piano il tormentone sul nome che accompagna ormai ogni anno l’influenza stagionale: dopo la spagnola, la suina, la cinese e l’australiana, l’influenza 2012/2013 sarà americana.
S.G.