“Le canzoni sono storie, impegno e lavoro sincero da parte di chi le crea. Ascoltale nelle migliori condizioni possibili e poi decidi. Decidi se ascoltarle di nuovo e se condividerle con chi ami. Te ne saranno grate. Te ne saremo grati. Buena suerte”: ecco il preludio, stampato sul libretto interno al cd, con cui i Bluestress si avvicinano al loro pubblico per accompagnarli in un emozionante viaggio fra ricordi del passato e sguardi sul presente.
Nelle 12 canzoni contenute nell’ultimo album del sestetto acustico nato a Carpi nel 1994 spiccano storie di persone animate da grande passione e speranza, raccontate con un’intensa forza narrativa che viene valorizzata da suoni volutamente acustici e raffinati.
Quello dei Bluestress è un sound originale e difficilmente inscrivibile in un genere preciso, pur contenendo evidenti tracce di jazz, blues e folk e vaghe reminiscenze della musica di Vinicio Capossela. “Ho preso a pugni il mio destino, fermo al centro dentro a un ring, le movenze del felino hanno il carattere di chi si muove gentilmente ma poi ti sbrana al ko (…)”- canta Fabio Govoni, voce della band in una strofa del brano Kid dedicato al pugile statunitense Kid McCoy, divenuto celebre non solo per le vittorie sul ring ma anche per la burrascosa vita privata. “Le storie di cui narro – spiega Andrea, che scrive i testi delle canzoni avvalendosi talvolta della collaborazione di Odoardo Semellini – nascono spontaneamente dai più svariati stimoli: libri, vecchie fotografie, racconti di amici e rappresentano anche un modo per esorcizzare pensieri che sarebbero troppo gravosi per essere serbati a lungo dentro, come ho fatto nel brano Lei. Le parole e le melodie dei Bluestress vibrano di suggestioni genuinamente emiliane. Nel Valzer della Opinioni è possibile riassaporare la calda e spensierata atmosfera che si respirava nelle sale da ballo della nostra terra dove, tra risate, lambrusco e giravolte, si mescolano nostalgie e nuove speranze. Poi c’è il Campanaro, così come era soprannominato il compianto Renzo Silvestri per via del mestiere del padre. Il noto sportivo carpigiano pedalò gloriosamente al fianco di Fausto Coppi fino a quando dovette abbandonare il suo sogno in seguito allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale. In La lettera è anche contenuta una dedica speciale a Giuseppe di Nazareth che con estremo amore e coraggio seppe accettare il mistero della maternità di Maria e fare da padre a Gesù.
Solieri e Govoni oltre a essere musicisti sono soprattutto buoni amici che ogni settimana si ritrovano a provare insieme agli altri componenti del gruppo: Gianluca Raimondi al basso, Michele Galli alla chitarra, Andrea Ferrari alle percussioni e Federico Alboretti al sax e all’armonica. Alla realizzazione dell’album hanno partecipato anche Gianmarco Banzi (fisarmonica e pianoforte) e Daniele De Rosa (arrangiamenti archi in Soffice). “Il protagonista di Buena suerte – la canzone che dà il titola al disco- è il percussionista Andrea che pare essere perseguitato da una miriade di piccole sventure che noi simpaticamente abbiamo voluto scongiurare per il futuro”. Ma Buena Suerte è soprattutto un augurio più generale che si rivolge in particolare alle nuove generazioni. Buona fortuna quindi al bambino ritratto in copertina che si affaccia con grandi occhi sognanti al finestrino di un treno in movimento. Buona fortuna è il disperato grido interiore che la madre del brano Una stella sul petto rivolge al suo bambino di soli tre anni stringendolo forte a sé, mentre la locomotiva li conduce nei campi di concentramento nazisti. “Buona fortuna – conclude Andrea – è ciò che vogliamo augurare ai bambini e ai ragazzi di oggi che stanno vivendo, magari inconsapevolmente, una situazione difficile e incerta, con la speranza che possano trovare la loro strada verso la felicità”. Per tenersi sempre aggiornati con le ultime novità e le date dei concerti, è on-line il nuovo sito del gruppo: www.bluestress.it.