Una riduzione delle indennità degli amministratori che si aggira intorno al 10%: è quanto annunciato dal sindaco di Carpi Enrico Campedelli nel corso dell’assemblea di lunedì scorso al Circolo Giliberti. Il primo cittadino, che insieme all’onorevole del Pd Manuela Ghizzoni e davanti a tanti cittadini discuteva di pensioni, articolo 18, IMU, evasione e liberalizzazioni, ha annunciato i tagli dopo essere stato incalzato da alcuni dipendenti della biblioteca, i quali gli chiedevano ragione dell’incombente perdita di lavoro dei loro 17 colleghi, i bibliotecari ‘precari’ assunti dalla cooperativa Euro&Promos, attualmente impiegati presso la Loria e in scadenza dal 1° di aprile. La delibera in questione, che dovrebbe ridurre i compensi di sindaco, assessori e presidente del consiglio comunale – i quali ad oggi ammontano, rispettivamente, a 3mila per il primo cittadino e 1950 euro netti mensili per assessori e presidente del consiglio – sarà probabilmente votata in giunta nel corso del mese di marzo. “Abbiamo fatto i salti mortali per non tagliare i servizi ai cittadini. Se potessi assumerei tutti a tempo indeterminato – ha dichiarato il sindaco, in risposta alle sollecitazioni sul destino dei precari – ma la coperta è sempre più corta, e alcune cose non possiamo più permettercele. Pensate soltanto che, dal decreto 78 del Governo Berlusconi al Salva Italia di Monti, Carpi deve fare a meno di 7,5 milioni di euro. E non è finita qui”. Se si impongono sacrifici drammatici ai cittadini – questo, in sintesi, il messaggio di Campedelli – anche la politica è pronta a fare la sua parte. Questa prevista riduzione, che dovrebbe arrivare in recepimento di una serie di norme nazionali, si andrà ad aggiungere al taglio delle retribuzioni di risultato, i ‘premi’ dei dirigenti che, tra comune e Unione, sono nove in tutto. Questa ulteriore misura, prevista da una delibera approvata dalla giunta nei giorni scorsi, andrebbe però ad incidere soltanto su una parte di un compenso composto anche da uno stipendio di base e varie indennità. Se, per esempio, si considera il 2010 – ultimo anno di dati disponibile – lo stipendio più alto, quello del direttore generale Giordano Corradini, è composto di 43mila euro di base, 36mila euro di indennità di posizione, 47mila di indennità ad personam e, dulcis in fundo, 10mila euro di premio. Che è poi, quest’ultima, la somma che la nuova delibera andrebbe a regolare. La sforbiciata dovrebbe passare attraverso l’assegnazione di un punteggio in centesimi attribuito da un Nucleo di Valutazione – composto dallo stesso Corradini, dal Presidente del collegio dei revisori dei conti, da un delegato del sindaco e dal segretario generale – che collocherà il risultato del dirigente all’interno di sette fasce: si va dal 100% della retribuzione per la valutazione massima (dai 95 ai 100 punti) fino allo 0% – zero euro – nel caso di un punteggio inferiore ai 60 punti. C’è però chi ritiene che questa piccola e soprattutto virtuale riduzione dei premi di dirigenti – i quali potrebbero vedersi assegnare, tutti, la valutazione massima, e che inoltre possono già vantare stipendi base non certo da fame – sia ben poca cosa, soprattutto a fronte di precari che, nel prossimo futuro, si ritroveranno non già senza premi, ma senza neppure un lavoro.
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