Mal d’aria

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Dal 2009 a oggi nella maggior parte dei grandi centri urbani dell’Emilia Romagna si è registrata una vera e propria escalation dei livelli di PM10: nel 2012 la centralina dell’Arpa posta in via Remesina a Carpi ha registrato oltre 80 sforamenti (quelli consentiti per legge sono 35). Numeri che parlano chiaro: le misure finora adottate per ridurre gli inquinanti atmosferici limitandone le cause non sono state efficaci per porre rimedio alla grave situazione delle nostre città. E l’inefficacia della campagna Liberiamo l’aria passa anche per le minuscole dimensioni dell’area sottoposta, il giovedì a Carpi, al provvedimento di restrizione alla circolazione, ovvero il primo anello intorno al centro storico, sostanzialmente un fazzoletto di terra, in larga parte pedonale. “L’inquinamento atmosferico – ha affermato Cristina Bondavalli di Legambiente Emilia Romagna – continua ad avere caratteristiche di una vera e propria emergenza ambientale e soprattutto sanitaria: è ormai certo che nel particolato atmosferico urbano siano contenuti anche agenti cancerogeni che possono modificare geneticamente il DNA cellulare conducendo a eventi tumorali. Ed è giusto ricordare che i soggetti più a rischio sono i bambini, le cui cellule in continua divisione durante la crescita e fino alla pubertà sono più suscettibili all’azione cancerogena da parte degli agenti genotossici. Il rischio più grave quindi è dato dalla elevata probabilità che in questi soggetti i tumori si manifestino dopo 15-20 anni dall’inizio dell’esposizione alle sostanze cancerogene”. E’ innegabile: l’inquinamento atmosferico provoca danni alla salute umana e allora perchè nella nostra città, limitazioni al traffico a parte, i nostri amministratori chiudono gli occhi di fronte all’impianto che dovrebbe nascere a Fossoli, il quale contribuirebbe pesantemente a peggiorare la qualità (già da maglia nera) dell’aria? Come mai la Zona C e la zona industriale di Carpi sono completamente prive di piste ciclabili, scoraggiando i lavoratori a preferire la due ruote all’auto? Lo sappiamo, i denari sono finiti ma, la lungimiranza, non è mai stato il nostro forte, nemmeno in tempo di vacche grasse. E ora, perchè mai il nostro sindaco dovrebbe scendere in piazza e schierarsi al fianco dei suoi cittadini per dire no all’impianto di Fossoli? Per un sindaco a fine mandato, è certamente meglio concentrarsi su una nuova piscina da inaugurare. Evitando di inimicarsi chi potrebbe essere utile a un suo prossimo rimpasto.
Jessica Bianchi