Unieco getta la spugna

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Dopo Cmr, Orion e Coopsette, un’altra mazzata si è abbattuta sul mondo cooperativo reggiano. Il Consiglio di Amministrazione di Unieco, storica cooperativa reggiana aderente a Legacoop con 1.500 dipendenti, ha infatti presentato nei giorni scorsi al Tribunale la richiesta di concordato preventivo con riserva per evitare azioni esecutive e cautelari sul suo patrimonio da parte di singoli creditori. Unieco – che opera dal 1904 ed è articolata su 4 divisioni, costruzioni, laterizi, ambiente e ferroviario – malgrado un patrimonio di 300 milioni di euro è rimasta a corto di liquidi rispetto alle esposizioni (sarebbero 658 i milioni di euro di debiti accumulati). Con il nuovo concordato preventivo, Unieco si accorderebbe con i creditori riguardo i tempi e le modalità con i quali ripagherà i propri debiti. E’ un accordo basato su un piano di risanamento che dev’essere validato da un professionista e omologato dal tribunale. Sostanzialmente questo strumento è volto al risanamento dell’impresa che versa in stato di crisi e al mantenimento della continuità aziendale evitando il fallimento. Ricordiamo che la carpigiana Cmb e Unieco, già nel 2008, insieme a Clf di Bologna avevano dato vita al consorzio stabile Eureka per avviare una collaborazione su grandi progetti in Italia e all’estero. Intesa che si consolidò nel maggio 2011 col debutto di Holcoa, la holding delle coop (Ccc, Cmb, Unieco, Cmc) per le concessioni autostradali. Un patto di alleanza, quello stretto dai presidenti delle due cooperative, Carlo Zini (Cmb) e Mauro Casoli (Unieco) che si era sostanziato anche attraverso l’offerta presentata insieme – unitamente a Coopernuoto – per la costruzione e la gestione della nuova piscina comunale di Carpi. Nel 2012, Zini diceva: “Unieco e Cmb sono realtà consolidate, la prospettiva di una loro sempre maggiore integrazione richiede visione e concretezza”.
Il punto di arrivo? “Un Gruppo Cooperativo unitario per strategia e piano industriale/imprenditoriale, capace di comprendere le specificità di Unieco e Cmb, in prospettiva di crescita e sviluppo per tutto il Gruppo”.
Il mese scorso, durante una conferenza stampa, il presidente di Cmb, commentando il crollo del 30% degli investimenti nel settore costruzioni, dal 2008 a oggi, il calo del giro d’affari e la riduzione degli utili, ha ribadito il medesimo concetto: per salvaguardare la cooperativa è fondamentale riuscire ad “attivare percorsi di ristrutturazione tesi all’aggregazione con altri soggetti, per potersi così presentare più forti sul mercato globale”. Ma stavolta Unieco non è stata menzionata… Di certo all’orizzonte non si attendono schiarite e per Cmb gli scenari potrebbero ridimensionarsi se un partner importante come Unieco non dovesse risanare la propria situazione debitoria. Anche per Cmb – che ha attivato due contratti di solidarietà per le sedi di Carpi e Roma – infatti i tempi sono cambiati e i numeri parlano da soli: 150 posti di lavoro persi dal 2008 a oggi, 170 impiegati (di cui 140 a Carpi) il cui orario di lavoro è stato ridotto del 20%, con una contrazione degli stipendi di circa il 5% e 90 operai a Carpi e 50 a Roma in cassa integrazione.
Jessica Bianchi

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