Avviata la procedura anti scabbia all’Ospedale di Carpi

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A seguito della segnalazione di due casi di scabbia da parte della Clinica dermatologica dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena è stata avviata un’indagine epidemiologica dalla quale è emerso che si trattava di un focolaio familiare che coinvolgeva anche una signora italiana, che, nel mese di aprile, è stata ricoverata presso l’Ospedale di Carpi. Di conseguenza è stata attivata la procedura prevista dai protocolli per ridurre e quindi eliminare il rischio di contagio. In particolare la profilassi, vale a dire la semplice applicazione di una pomata, è già iniziata interessando sia alcuni dipendenti della struttura carpigiana, sia i pazienti ricoverati nello stesso reparto in cui si trovava la signora e i familiari entrati in contatto con i malati; tutte le persone individuate saranno sottoposte al trattamento. Contestualmente, nel reparto interessato sono state attivate le misure protettive individuali (camici, cuffie e guanti a perdere) e incrementate le procedure di pulizia individuale e ambientale utili a impedire la diffusione del contagio.
 
Poiché la signora per alcuni giorni è stata assistita anche presso il Nuovo Ospedale Civile S. Agostino Estense analoghe verifiche, sino ad ora senza alcun riscontro positivo, si stanno effettuando anche presso la struttura di Baggiovara.
 
La paziente risultata affetta da scabbia, per ragioni in nessun modo riconducibili alla malattia – si tratta di una infestazione assolutamente benigna – nei giorni scorsi è deceduta.
Si ricorda che la scabbia è una malattia contagiosa provocata da un parassita, un acaro (Sarcoptes scabiei) invisibile a occhio nudo, che penetra nella pelle scavando piccole gallerie (cunicoli); anche per questo non è facilmente diagnosticabile soprattutto negli anziani che spesso non manifestano il sintomo del prurito La scabbia colpisce persone appartenenti a tutti gli strati sociali, con buone o cattive abitudini igieniche personali, di qualunque età, sia maschi che femmine. In provincia di Modena i focolai annualmente accertati sono circa una ventina, mentre i casi individuali sono compresi tra i 100 e i 120.
Negli ospedali e nelle strutture socio-assistenziali di tutti i Paesi industrializzati compaiono con relativa frequenza focolai epidemici, generalmente contenuti, dovuti alla capacità dell’acaro della scabbia di trasmettersi per contatto da una persona all’altra anche in perfette condizioni di igiene degli individui e delle strutture. Come per la pediculosi e altre infestazioni da parassiti della pelle, non esistono infatti interventi capaci di prevenire in assoluto il contagio, ma solo di intervenire precocemente per interrompere la catena di trasmissione, dopo che sono già stati diagnosticati uno o più casi.
Pur risultando particolarmente fastidiosa, come evidenziato, la cura è di relativa semplicità e non invasiva visto che avviene grazie all’applicazione sulla pelle di una pomata.
 
CHE COS’E’
La scabbia  è una malattia contagiosa provocata da un parassita, un acaro (Sarcoptes scabiei) invisibile a occhio nudo, che penetra nella pelle scavando piccole gallerie (cunicoli). La scabbia colpisce persone appartenenti a tutti gli strati sociali, con buone o cattive abitudini igieniche personali, di qualunque età, sia maschi che femmine.
 
COME SI TRASMETTE
Il trasferimento dei parassiti avviene per contatto diretto, pelle contro pelle, dall’individuo infestato ad uno sano. Perché ciò avvenga  sono necessari contatti continuativi e molto stretti. I disturbi si manifestano da 2 a 6 settimane dopo che è avvenuto il contagio o contatto.
 
COME SI MANIFESTA
La scabbia è un’infezione della pelle caratterizzata da prurito che diventa particolarmente intenso di notte. Spesso sono presenti anche lesioni provocate dal trattamento.
Nell’anziano a volte non c’è il prurito.

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