La Notte Bianca dei bambini

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La notte bianca dell’11 maggio sarà tale anche per i bambini. Si chiama Notte bianca – Notte di fiabe la serie di iniziative che Cooperativa sociale Giravolta e Libreria Mondadori, insieme a Biblioteca Il Falco Magico e Scuola Holden di Torino, hanno ideato per far sì che, a festeggiare, possano essere anche i più piccoli. Il girotondo inizierà alle 18.30 sul rialzato di Piazza Martiri, davanti alla Libreria Mondadori. Qui si terrà un reading delle fiabe di 100 storie per quando è troppo tardi, favole tascabili per aiutare i genitori a mettere a letto i figli nel modo più bello che ci sia e, a seguire l’autore, compositore, musicologo e scrittore Maurizio Bettelli e lo scrittore e presidente di Giravolta, Aldo Arbore presenteranno la collana Save the parent, nata da un progetto congiunto di Feltrinelli e Scuola Holden. Dalle 21 fino alle 23 inizierà poi il laboratorio creativo e artistico a cura di Anita Rampon di Giravolta. Un altro evento si svilupperà al piano terra della Torre dell’Uccelliera di Palazzo Pio dove, alle 21, Andrea Bergomi, pediatra, modererà il dibattito tra Alessia Napolitano della libreria Radice-Labirinto e Maurizio Bettelli sul tema Perché inventare e raccontare fiabe?. Chi invece ama le storie tanto quanto la musica – o ha figli particolarmente vivaci – potrà trovare pane per i suoi denti in via Mazzini dove, dalle 21 alle 21.30, Fabio Bigbossman Santini, Massimiliano Frignani, Massimiliano Grillenzoni e un ospite speciale, terranno una jam session per fiaba musicata. L’iniziativa rappresenta il primo momento pubblico di Giravolta per chiedere aiuto a sostenitori e amici: l’obiettivo è quello di raccogliere fondi per una nuova sede, adeguata, agibile e ampia, in cui trasferirsi entro il prossimo autunno.
Come è possibile oggi far scattare il fascino proprio e indispensabile di ogni narrazione, in un mondo in cui anche i bambini sembrano aver vissuto già un certo disincanto?
“Ammettiamo che ci sia disincanto. Comunque – spiega Bettelli – è il narratore che deve incantare di nuovo. Non c’è competizione tra strumenti così distanti e non è una gara di abilità. Il narratore deve raccontare la storia in modo avvincente. Il lettore di fiabe legge e basta, chi la narra la porta nella vita vissuta di chi ascolta. L’abilità è nel voler e saper mettersi in gioco, perché di gioco si tratta. Un gioco che deve anche sapersi fare momento di famiglia, in cui una voce che parla e un ambiente che accoglie la storia fanno rivivere la potenza del racconto orale”.
Bettelli qual è la sua storia preferita?
“Pinocchio. Si tratta di una fiaba didascalica ma importante, perché ‘trasmette’ direttamente dall’epoca in cui il bambino di legno era un peso senza vita e che diventa poi un ribelle ante litteram. Una favola dove la nettezza delle distinzioni tra buono e cattivo ricalca la durezza della realtà di sempre; una storia di reminiscenze bibliche e narrative di ampio richiamo culturale. E alla fine il riscatto possibile tramite l’atto d’amore. Una storia più moderna e attuale di tante altre”.
Ha ancora senso raccontare storie?
“Certamente. Per instillare il germe della curiosità e dell’avventura. La domanda classica dei bimbi che ascoltano la storia è: e poi? Innescano un percorso di indagine che è lo stesso meccanismo alla base della detective story. Forse raccontare fiabe ai nostri figli finché sono piccoli li aiuta a vivere meglio la realtà e, una volta cresciuti, li rende più attrezzati a distinguere il falso dal vero. O almeno questa è l’illusione di noi genitori che le fiabe ci ostiniamo a volerle raccontare”.
Marcello Marchesini