Giusto per non perdersi in un bicchiere d’acqua, annegare nella banalità e in quei facili allarmismi che rischiano di tediare i nostri amministratori, occorre far chiarezza. Il Comune di Carpi non ha alcuna intenzione di modificare il regolamento sulla somministrazione di acqua del rubinetto negli asili e nelle scuole comunali, perché nessuna analisi dell’Ausl dice che il prezioso alimento liquido non sia potabile. Anzi se sono state rilevate tracce di fibre di amianto nella rete idrica cittadina è solo perché dopo il sisma la premura e l’attenzione di chi gestisce la cosa pubblica sono schizzate alle stelle e sono state fatte analisi ad hoc. L’assessore alla scuola, Maria Cleofe Filippi, è dunque tranquilla come pubblico ufficiale, come genitore e come nonna. I bambini possono bere acqua in bottiglia solo su prescrizione pediatrica, dunque in presenza di problemi di salute: per questo l’Ausl ha inviato una comunicazione a tutti i pediatri per spiegare loro che l’acqua è potabile. Punto. Chissà se ora i genitori che speravano di poter rifornire di acqua in bottiglia i propri piccoli si sono persuasi o stanno già pensando di organizzare un flash mob ad hoc con bottiglietta alla mano per dire no all’acqua del sindaco. Intanto i genitori, categoria che non si rassegna certo facilmente, non stanno con le mani in mano. “Nel dubbio perché rischiare con la salute dei bimbi?”. Ci dice Emanuele Lamanna, portavoce del neonato comitato, ancora senza un nome, che ha già iniziato a raccogliere le firme e si batterà per il ritorno dell’acqua in bottiglia.
Federica Boccaletti