“Sgomberiamo immediatamente il campo da ogni dubbio: la nostra non è una battaglia politica. Il nostro comitato non ha alcun colore. Noi siamo qui per il bene dei nostri bambini”. Parola di Sara Rovatti, fondatrice, insieme a Emanuele La Manna ed Elena Chiriatti, del Comitato No amianto. Sotto accusa la decisione del Comune di Carpi di non ridiscutere il regolamento che stabilisce, malgrado le tracce di amianto rilevate nella rete acquedottistica carpigiana, la somministrazione nelle mense scolastiche dell’acqua del sindaco. “L’acqua che sgorga dai rubinetti delle nostre case è potabile e, di conseguenza, continuerà a essere dispensata”, ha sentenziato l’assessore alle Politiche Scolastiche del Comune di Carpi, Maria Cleofe Filippi. “L’azienda Ausl ci ha assicurato che non vi sono pericoli per la nostra salute e, pertanto, come Amministrazione Comunale non dobbiamo prendere alcuna contromisura. Esasperare il principio di precauzione laddove non ce n’è bisogno creerebbe soltanto allarmi inesistenti”. I genitori però non ci stanno e la levata di scudi è soltanto all’inizio: “le istituzioni ci stanno mancando di rispetto. Questo è un abuso di potere. Viviamo o no in un regime di democrazia? In quanto genitori dovremmo essere liberi di decidere cosa è bene per i nostri figli. Si sta giocando sulla salute dei bambini ed è inaccettabile. Chi ci dice che tra vent’anni l’amianto ingerito oggi dai bimbi non provochi lo sviluppo di neoplasie? Chi può assicurarcelo?”, domanda La Manna. I nostri amministratori hanno l’obbligo di salvaguardare la salute dei cittadini e, in particolare, dei più piccini. E allora come mai, nel nome del principio di precauzione, l’amministrazione si sta dimostrando sorda a ogni richiesta? “Il nostro dovere – conclude La Manna – è quello di proteggere i nostri figli, per questo ci appelliamo al principio di precauzione e confidiamo che l’ordine del giorno presentato dal consigliere Antonio Russo (Fratelli d’Italia) possa indurre il Consiglio Comunale a ridiscutere il regolamento e sospendere così la somministrazione dell’acqua del rubinetto”. Il Comitato no amianto non si accontenta delle rassicurazioni ricevute: “sia le analisi di giugno che quelle di settembre – aggiunge Chiriatti – evidenziano una presenza di fibre d’amianto nell’acqua, per un valore che va da 1.000 e 11mila fibre per litro.
Secondo l’Ausl non esiste alcuna prova scientifica che l’ingestione costituisca un pericolo per la salute umana tant’è che non vi sono limitazioni normative che prescrivono l’assenza di fibre d’amianto nell’acqua sia ai fini della potabilità che della qualità. Nessun paese europeo ha assunto limitazioni specifiche per le particelle d’amianto nell’acqua, l’unica eccezione è rappresentata dagli Stati Uniti che stabiliscono un limite (7 milioni di F/L) oltrepassato il quale, in caso di evaporazione dell’acqua, esiste il rischio di inalare fibre aerodisperse pericolose. Molti esperti però non la pensano così e sottolineano come, in questi casi, il principio di cautela sia d’obbligo. Permettere che i nostri bambini bevano acqua contaminata è impensabile. I nostri amministratori devono rispettare la nostra preoccupazione”. Il Comitato che sta raccogliendo firme per una petizione da presentare in Comune, ha le idee chiare: “il sisma ha cambiato le carte in tavola. Se nel 2008 – prosegue Sara Rovatti – la decisione di dare ai nostri bimbi l’acqua del sindaco ci era parsa importante per la sua forte valenza ambientalista oggi siamo di fronte a uno scenario ben diverso. Non chiediamo la sostituzione immediata delle tubature in eternit perché sappiamo che questa è un’operazione lunga e onerosa, vogliamo però essere liberi di scegliere cosa è meglio per i nostri figli”. La proposta del Comitato è quella di portare nelle mense scolastiche l’acqua dei boccioni: “siamo disposti – spiega Rovatti – a discutere in prima persona il contratto di appalto con i produttori di boccioni per strappare il prezzo migliore e di farci carico delle spese fino a quando il Comune non troverà soluzioni alternative. Siamo consci che potremmo dover sostenere tale spesa per anni ma, questa, ci pare la proposta più funzionale e a impatto zero per l’Amministrazione”. Francesco Scaringella (ndr dirigente del settore scolatisco dell’Unione Terre d’Argine) sinora ha fatto orecchie da mercante, ma il numero di genitori preoccupati è destinato ad aumentare. E, si sa, l’Unione fa la forza…
I rappresentanti di classe degli istituti dei comuni delle Terre d’argine unitamente ad alcuni genitori del Comitato incontreranno, il 16 ottobre, alle 18,30, presso la Biblioteca Loria, l’assessore all istruzione Filippi, il direttore del Distrettio Sanitario di Carpi, Claudio Vagnini, la responsabile SIAN, dottoressa Selmi e alcuni rappresentanti di Aimag.
Jessica Bianchi