Amianto nell’acqua: “In arrivo una soluzione temporanea per contenere il fenomeno”

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Si è svolto a Carpi, nei giorni scorsi, un nuovo incontro del gruppo di lavoro tecnico-scientifico – costituito nei mesi scorsi per studiare la presenza di tracce di fibre di amianto nella rete idrica del territorio di Carpi – composto dai rappresentanti di Comune di Carpi, ATERSIR, AIMAG, HERA, IREN, SORGEACQUA (i quattro gestori del servizio idrico di ambito provinciale e limitrofo) e Federutility. E’ previsto, a breve, anche il coinvolgimento dell’Istituto Superiore di Sanità. Poiché anche i dati dell’Azienda Usl hanno confermato quanto già emerso da quelli di Aimag, durante l’incontro si è proseguita l’analisi del fenomeno in corso, valutandone le possibili concause e, conseguentemente, i possibili interventi mitigativi. Sulle cause il Gruppo ribadisce che l’invecchiamento delle tubazioni è senza dubbio la principale ragione del problema, che combinata agli effetti dell’azione meccanica sul sottosuolo dovuta al sisma dello scorso anno e al particolare chimismo dell’acqua, ha portato ad un lento rilascio di piccole quantità di fibre presenti nel materiale di costruzione delle tubazioni.
Il gruppo di lavoro ha convenuto di chiedere al regolatore (ATERSIR) di autorizzare Aimag ad aumentare gli investimenti per accelerare la sostituzione delle condotte, nella consapevolezza che la completa sostituzione è un obiettivo di lungo periodo per gli ingenti costi e i tempi necessari per i lavori.
Il Gruppo di lavoro sta valutando poi un’ipotesi di intervento per favorire l’accelerazione del processo di formazione della pellicola di carbonato di calcio sulla superficie interna delle condotte in modo da impedire il diretto contatto dell’acqua con le tubature. Il progetto verrà sottoposto nei prossimi giorni agli enti di controllo per la necessaria validazione. E’ inoltre in via di definizione finale un protocollo di monitoraggio e campionamento, per condividere metodologie comuni a tutti i soggetti. Per la stesura di questo protocollo verrà richiesto anche il contributo dell’Istituto Superiore di Sanità.

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