E’ caduto l’ultimo diaframma della variante di valico. Nel buio ventre della galleria Val di Sambro, sotto il paesino di Ripoli che anche a causa dei lavori è stato più volte colpito dalle frane, sabato 8 novembre è arrivato il premier Matteo Renzi ad assistere all’evento tra le maestranze e i vertici di Autostrade. Era presente anche il presidente di Cmb, l’ingegner Carlo Zini, perché il colosso carpigiano delle costruzioni è capogruppo della società Lagaro aggiudicataria del lotto 5b La Quercia – Badia Nuova della Variante di Valico. Il tratto appenninico della A1, tra Bologna Casalecchio e Barberino, risulta di importanza strategica per il collegamento tra il Nord e il Sud dell’Italia. “La Variante di Valico è un lavoro che ha fatto tutta l’Italia. Questo progetto è il simbolo del Paese, che spesso sta in galleria, ma che ha eccellenze, come le innovazioni ingegneristiche, all’avanguardia nel mondo” – ha affermato il presidente del Consiglio Renzi che non ha dato appuntamenti precisi per l’inaugurazione ma ha assicurato che “questo sarà l’ultimo Natale in cui i bambini vomitano in A1”. Quando verrà aperta al pubblico, consentirà un taglio di tre chilometri di percorso e di quindici minuti di viaggio tra Bologna e Firenze.
Nell’occasione, Renzi ha richiamato il piano di investimenti pubblici – i 300 miliardi promessi da Jean-Claude Juncker – che se “spesi bene saranno in grado di costruire un pezzo di storia e un pezzo di futuro” e ha accennato allo Sblocca-Italia che gioca un ruolo centrale nei disegni di Palazzo Chigi (“serve a far ripartire il Paese, innanzitutto evitando che le opere pubbliche continuino a star ferme a causa di sua maestà la burocrazia”). La tormentata storia della Variante di Valico è emblematica ed è l’amministratore delegato di Autostrade per l’Italia, Giovanni Castellucci a riepilogarla: sono serviti ventiquattro anni per avere tutte le autorizzazioni e nove per completare l’opera.
La conclusione dei lavori di scavo, in leggero anticipo rispetto alle previsioni (dicembre 2014), è motivo di grande soddisfazione per Cmb che, con la società Lagaro si era aggiudicata il lotto nel luglio del 2005 e aveva potuto dare inizio ai lavori nell’estate del 2007: inizialmente per un importo complessivo di 100 milioni di euro per la realizzazione di 1,5 km di viadotto e oltre 800 metri di galleria. L’avventura dello scavo della “San Benedetto Val di Sambro” ha preso il via nell’agosto del 2009 con un’attività lavorativa regolata su tre turni: una condizione indispensabile per coprire l’arco delle 24 ore per sette giorni lavorativi, dando quindi ai lavoratori la possibilità di rientrare a casa solo una volta ogni tre settimane. Le maestranze impegnate in questa prima fase sono state circa un centinaio di operai e una decina di tecnici. Verso la primavera del 2010 il personale impiegato in cantiere è stato ridotto mentre è entrato in piena operatività lo scavo della galleria. Il committente dell’opera, Autostrade per l’Italia, ha aumentato nel frattempo la portata dell’infrastruttura dando luogo a una variante e il lotto da scavare ha raggiunto i 2.100 metri per canna. L’opera ha raggiunto oggi i 262 milioni di euro. Il personale impegnato in cantiere, 140 uomini tra minatori, addetti al rivestimento e addetti ai servizi meccanici ed elettrici, ha consegnato al premier un documento nel quale esprime tutta la propria preoccupazione rispetto al futuro, quando i lavori di costruzione della variante di valico saranno terminati. Gli operai si dicono anche perplessi sulle misure contenute nel Jobs act. “Tutti noi siamo impegnati perché da lunedì i lavoratori abbiano delle nuove opportunità” li ha rassicurati il premier Renzi.
Sara Gelli