Cambiare verso. Lo slogan che ha portato fortuna al neosegretario del Pd Matteo Renzi, è stato adottato anche da Roberto Arletti (“Roboe” per gli amici) nella sua campagna per le Primarie del Partito democratico, che dovrebbero svolgersi a metà febbraio e incoroneranno il candidato sindaco di Carpi del Centrosinistra.
Alla conferenza stampa di presentazione della sua candidatura, sabato 14 dicembre, Arletti, attualmente consigliere comunale in quota Pd, ha esordito ringraziando per prima cosa il suo staff, composto da una decina di persone cariche di entusiasmo, conosciute in occasione delle Primarie del 2012. Nel gruppo, tiene a precisare Arletti, “non c’è nessun politico di professione; ognuno ha un lavoro”. Proprio come Roboe: “lavoro da 32 anni in banca, sono consulente di private banking, quindi ogni giorno incontro gli imprenditori e tocco con mano l’economia reale”.
Perché Arletti, 53 anni, ha scelto di candidarsi? “Non cerco una poltrona: una posizione comoda, in banca, ce l’ho già. Carpi a me ha dato tanto ed è per questo che voglio cercare di ripagare il debito, di dare qualcosa alla mia città”.
Il candidato, insieme al suo team, ha elaborato 100 idee low cost per ridare vitalità a Carpi, per sollecitare “a pensare e a dire la città che vogliamo costruire nei prossimi anni”. Queste 100 idee, che “sono un punto di partenza, non di arrivo”, spaziano dal miglioramento della viabilità, con modifiche ad alcuni incroci critici di Carpi, alla gestione del territorio “a volumi quasi zero”, dal risparmio energetico per gli edifici pubblici (sfruttando il Fondo rotativo di Kyoto) alla creazione della Casa della Salute in una zona che possa essere facilmente accessibile agli anziani, dal wi-fi libero in centro storico al potenziamento dell’illuminazione pubblica. La proposta di Roboe va nel segno della discontinuità rispetto all’attuale Amministrazione: “Carpi è rimasta ferma tanti anni; chi c’è adesso, quel che poteva dare, l’ha già dato”. La città ha perso rilevanza, non ha peso in Provincia e in Regione, secondo Arletti, che afferma di “non essere affetto da timore reverenziale”. E infatti, dice “basta alle persone che vengono da Bologna, solo per tagliare nastri”. Tutte le 100 idee sono inserite nel sito internet www.robertoarlettisindaco.it e Arletti precisa che i cittadini potranno commentare queste proposte, dire cosa ne pensano e aggiungerne altre. La condivisione è infatti un nodo centrale per il candidato sindaco, che sottolinea con forza la necessità del confronto tra le Amministrazioni e la cittadinanza, soprattutto per le scelte più importanti e difficili.
Fa una promessa: “se verrò eletto, nei primi tre mesi avrò la scrivania ma non la poltrona. Starò sempre in mezzo alla gente, agli imprenditori, ai dipendenti delle Pubbliche Amministrazioni, per ascoltarli e raccogliere le loro problematiche”.
Arletti sottolinea che la sua campagna elettorale è completamente autofinanziata, sinora lui e i membri del suo staff si sono autotassati ed è stato attivato un codice Iban su cui si potranno fare offerte, ovviamente all’insegna della trasparenza dei contributi incassati. “Alcuni imprenditori si sono offerti per finanziare la campagna. Inoltre già una cinquantina di persone hanno deciso di sostenere la mia candidatura”. Scorrendo l’elenco dei sostenitori, riportato sul sito Internet, ci si trova di fronte a una truppa di imprenditori, artigiani, liberi professionisti, dipendenti di Pubbliche Amministrazioni, medici, impiegati, consulenti, manager, alcuni insegnanti e un paio di pensionati.
Rinnovamento, cambiamento, concretezza sono le parole chiave utilizzate dal candidato, che cede più di una volta a uno scatto di orgoglio: perché ci sono renziani e renziani, e Roboe non è di certo un rottamatore dell’ultima ora. Le locandine che tappezzano le pareti sono dominate da una fotografia che lo ritrae in compagnia del sindaco di Firenze; “è una foto del settembre 2012, prima che tutti quanti diventassero renziani”. Arletti dice forte e chiaro quel che pensa di chi è saltato all’ultimo momento sul carro del neosegretario: “la dignità di una persona non è un valore negoziabile. Qui dentro, di “quelli”, non ce ne sono”.
Roboe è anche consapevole che alcuni renziani, all’interno del Pd, non lo sosterranno; troppo renziano persino per loro, forse. Ma questo non lo spaventa: “le Primarie dell’8 dicembre sono state la dimostrazione che sono le persone nuove, quelle che stanno fuori dalle stanze chiuse del partito, che portano un vero cambiamento”.
Nella lotta fra rottamatori, chi finirà rottamato?
Laura Benatti