“Alcuni anni fa chiesi a una cinquantina di studenti quanti di loro fossero in grado di sostenere una conversazione in inglese con un coetaneo europeo. Solo quattro di loro alzarono la mano”. E’ nato così il progetto Speak English, spiega il presidente di Lapam Carpi, Maurizio Lusvardi, “per colmare una lacuna gravissima. La scuola forma quadri specializzati con una carenza di base: una scarsa conoscenza dell’inglese. Una palla al piede di cui è necessario disfarsi, poiché l’inglese può aprire molte porte”. Il progetto – organizzato da Lapam Carpi e Age (Associazione Genitori), con il contributo economico della Fondazione Cassa Risparmio Carpi – offre ai ragazzi dei quattro istituti superiori carpigiani l’opportunità di imparare a colloquiare in inglese insieme a docenti madrelingua messi a disposizione dalla Benedict School. “La grammatica, la storia e la letteratura inglesi sono importanti – prosegue Lusvardi – ma saper conversare, facendo propri lo slang o i modi di dire, può fare la differenza. La scuola e i programmi ministeriali non sono purtroppo al passo coi tempi: Speak English vuole garantire le stesse opportunità che esistono in altri paesi d’Europa, ai nostri ragazzi”. Un progetto che offre formazione qualificata, capace di affiancare e integrare le competenze di base fornite dai percorsi scolastici, implementando la comunicazione in lingua inglese per sostenere i processi di internazionalizzazione delle piccole e medie imprese. Sono già 126 gli alunni di Nazareno, Vallauri, Da Vinci e Meucci iscritti ai corsi (di 30 o 50 ore): “noi non vogliamo preparare giovani che poi se ne andranno all’estero – ha concluso il presidente – al contrario desideriamo che restino qui, mettendosi a disposizione di quelle imprese che hanno fatto dell’internazionalizzazione, la nuova frontiera del proprio sviluppo commerciale. La nostra speranza è infine quella di poter esportare questo progetto made in Carpi, affinché Speak English non rimanga un caso isolato”. Le lezioni sono inoltre tarate sulle esigenze degli studenti, sottolinea Carlo Alberto Medici di Lapam: “le classi sono omogenee per quanto riguarda il livello di conoscenza della lingua dei frequentanti e i docenti madrelingua fanno lezioni specifiche a seconda dei diversi percorsi di studio dei ragazzi”. “Un plus valore per il nostro territorio, soprattutto in questo tempo di crisi”, ha aggiunto il segretario, Stefano Cestari. Un progetto che Philipphe Bernet, titolare di Benedict School, ha definito “bellissimo. Speak English risponde infatti a una carenza strutturale del nostro territorio; un bisogno annoso a cui finalmente potrà essere data risposta. Le aziende avranno a disposizione ragazzi in grado di interloquire con clienti stranieri e i nostri giovani avranno così maggiori possibilità di entrare nel mondo del lavoro e fare carriera”.
Jessica Bianchi