Sono loro ad annunciare la primavera. Piccole, dalla sagoma inconfondibile. Un volo, il loro, leggiadro, fatto di splendidi cerchi. Le rondini, con la loro bellezza e leggerezza, sono nel nostro cuore da migliaia di anni. Ogni anno, puntuali, tornano e, nel tepore primaverile della nostra città, nidificano. “La Corte dei Pio – racconta Daniela Rustichelli, responsabile della sezione carpigiana della Lipu – è una delle poche città che ospita nidi di rondine in centro storico. Un mistero davvero affascinante sul quale ci interroghiamo da anni. Un fenomeno rarissimo dal momento che non sappiamo dove gli uccelli reperiscano il fango e l’acqua necessari per la costruzione del nido non avendo corsi d’acqua che entrano in città. L’ipotesi più accreditata è che si approvvigionino alla Lama”. Dal 2012, l’anno del sisma, sono 18 le famiglie di rondini che popolano i portici del centro: “le coppie rodate, fedeli, tornano al nido dell’anno precedente, mentre quelle appena formate, in pochi giorni, ne creano uno nuovo”. Le rondini sono nei libri di poesia, nelle canzoni, nelle fiabe e nelle leggende dei popoli antichi. Purtroppo però sono sempre meno là dove dovrebbero essere: ovvero nei nostri cieli. Secondo i dati di Birdlife, dal 1970 a oggi, sono scomparse in Europa oltre 6 milioni di coppie. Il motivo è, come troppo spesso accade, scontato: le rondini per secoli hanno contato su di noi. Non le abbiamo ripagate della stessa fiducia. Ora, infatti, la loro stessa sopravvivenza è minacciata dal nostro stile di vita distruttivo per la natura. La rondine, si sa, fa il nido dove vive l’uomo, usa i tetti delle stalle e dei casolari di campagna (molti rasi al suolo dal sisma) come supporto per il suo rifugio. Anche per trovare il cibo questi uccellini si sono sempre aggirati nelle nostre campagne che ospitavano una biodiversità fatta soprattutto di piccoli insetti che proliferano attorno agli stagni e agli spazi incolti. I principali nemici della rondine oggi sono i cambiamenti climatici e la desertificazione, la distruzione dei nidi e l’uso indiscriminato dei pesticidi. “A causa della progressiva scomparsa delle rondini – prosegue Daniela Rustichelli – la Lipu ogni anno compie un vero e proprio censimento di rondini, rondoni e balestrucci. Chiunque può aiutarci, segnalando la presenza di nidi attivi, attraverso il sito www.ornitho.it: un progetto che coinvolge oltre 4mila persone, tra ricercatori, birdwatcher, fotografi, gruppi e associazioni. Queste per noi sono settimane di ansia: le rondini stanno arrivando e la nostra speranza è che il numero di famiglie che scelgono Carpi per covare si sia stabilizzato”. Dopo il corteggiamento le rondini si dedicheranno a due, tre covate, “ognuna delle quali può contare fino a 5, 6 rondinotti”. I momenti di tenerezza si sprecano: “abbiamo assistito a scene davvero commoventi. Ogni coppia ha sua la storia. Ricordo che una famiglia giovane e inesperta fece il nido sull’ingranaggio del telone del porticato di Piazza Martiri… Un’altra, a causa dal freddo, due anni fa, non riusciva a nutrire i piccoli i quali si sono gettati giù dal nido, abbiamo tentato di soccorrerli ma non ce l’hanno fatta”. Imperdibile poi il momento in cui i genitori insegnano la cattura del cibo ai piccoli, portando loro vespe, zanzare e altri insetti vivi. “Lo scorso anno abbiamo visto un genitore portare al suo rifugio di Corso Pio un bel moscone: sfuggito ai rondinotti, il moscone è stato inseguito inutilmente dal padre, il quale è poi tornato indietro volando in picchiata quasi a voler intimidire e sgridare i piccoli. Sono davvero uccelli straordinari”. Una specie protetta e amata anche dai negozianti del centro, i quali, “con prontezza e devozione, ci avvertono sempre qualora, ad esempio, un piccolo cada dal nido. Ricordo che questi rondinotti, a meno che non siano feriti, non devono essere soccorsi, né, tantomeno, toccati: devono farcela da soli, col sostegno dei genitori, che li richiamano al nido”. Anche la Corte dei Pio è in prima linea nella difesa dei rifugi.
Un’ordinanza fa infatti divieto a chiunque di distruggere, rimuovere o danneggiare i nidi di rondine, balestruccio e rondone. Non solo. La stessa ordinanza stabilisce che si devono rispettare i nidi di queste specie protette e sempre più rare provvedendo alla loro tutela. La sanzione prevista va da un minimo di 50 a un massimo di 300 euro, con l’obbligo di ripristinare il nido distrutto, laddove ad esempio devono essere fatti dei lavori di muratura o ripristino, con la realizzazione di rifugi artificiali. E a chi ci tacciasse di inguaribili romantici in attesa di ammirare i tentativi di volo dei piccoli rondinotti, ricordiamo che una sola coppia di rondini ha la capacità di catturare fino a 20mila insetti al giorno, zanzare e mosche perlopiù. Altro che insetticida…
Jessica Bianchi