Dopo vent’anni, non è semplice provare a capire quale sia il segreto della Balorda. Quale sia, dei tanti ingredienti, quello che rende la Popolarissima davvero unica. E che da vent’anni spinge giovani, adulti, famiglie con bambini e nonni, a venire da ogni parte dell’Emilia e anche da fuori Regione, per partecipare, ridere e star bene in compagnia. Ogni anno più persone, più mezzi, più colori. Perché chi l’ha già provata in passato, non può fare a meno di tornarvi, e chi non l’ha mai vissuta, viene attirato in modo irresistibile dai passaparola leggendari e dai racconti epici di chi c’è già stato.
Qual è l’ingrediente segreto? Non è solo il tema, mai fantasioso quanto quest’anno (Fanta Gatti Gasatissimi Alla Frutta Nello Spasio 2). Non sono soltanto i tre giri del percorso, assolutamente anti-agonistico, da fare su mezzi privi di motore, di tutte le forme, fattezze e fantasie. Che poi, chi riesce a farli tutti e tre, i giri? Qualcuno parte brillante per il primo, poi magari si perde il secondo ma rientra al terzo, qualcuno inizia a pedalare di gran carriera e poi finisce sdraiato sul prato, con la mente persa e felice, a contare i fili d’erba, oppure addirittura si ritrova alla fine a pedalare contromano, chissà come, incrociando gli occhi ridenti degli altri partecipanti. Non sono soltanto le battute di spirito, i cori, i complimenti reciproci per i travestimenti, le pedivelle perse durante il percorso, i campanelli rotti, quelli ahimè che cadono, e quelli intorno che sì, si preoccupano, ma la risata inevitabilmente ci scappa. Non sono le bollicine del lambrusco che portano allegria e guance rosse, non sono le mani unte, dopo ogni pausa al punto ristoro. Non sono soltanto gnocco fritto, ciccioli, mortadella e pastasciutta (perché alla Balorda non c’è spazio per quei cibi moderni che pretendono di essere sani, non c’è niente di sofisticato, ma tutto è genuino, grasso, gioioso e un po’ disordinato). Tutto trasuda “emilianità”, alla Balorda, la goliardia si mescola alla cultura del mangiare e del bere e alla felicità di piccoli e colorati momenti di condivisione.
Tutto questo, nel suo insieme, ha animato le campagne intorno a San Marino di Carpi, domenica 24 maggio, tutto questo si è ripetuto per la ventesima volta, e tutto questo, siamo sicuri, si ripeterà negli anni a venire. Perché ormai la Balorda, compiuto il suo ventesimo compleanno, è tradizione, è comunità, è appartenenza. E tanto per chi la ama, quanto per chi la critica, la Balorda è unica e insostituibile.
Laura Benatti
I bellissimi scatti sono di Davide "Dodo" Righi