Porta sguarnita

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Quello che si è trasferito al fresco di Valdaora, è un prototipo molto eventuale e molto approssimativo del Carpi che debutterà in Serie A. Manca ancora troppo per capirne l’evoluzione. Ma osservando i nuovi arrivi, si intuiscono piccoli indizi sparsi. Da cui si può tendenzialmente ipotizzare la linea di rinforzo e trasformazione che sta inseguendo Sogliano.
NIENTE BIS – Un fatto comunque è certo: il mercato passa adesso da una porta improvvisamente sguarnita. Non si concretizzerà il prestito-bis di Gabriel, che pure sembrava ormai definito. Andrà invece al Napoli, a suggello di un’operazione che conviene a pochi. Da vedere quanto al ragazzo. Mai, e in nessun modo al Milan, che dopo avergli ritardato la crescita persevera a gestirlo malissimo. E, al termine della stagione, delle due l’una: o avrà depauperato il proprio patrimonio, oppure scoprirà di aver rinforzato una rivale diretta senza alcun tornaconto che sia adeguato allo svantaggio accumulato. Il Carpi potrà dire di averci rimesso solo quando avrà valutato il suo successore, non prima. A priori, onestamente, ci perde tanto e poco, allo stesso tempo. Certo, un grande portiere, alla sua età uno dei migliori in circolazione. Ma anche un ragazzo non più motivato a proseguire, dunque non più molto utile.
SGARBO (?) – L’entrata a piedi pari di Giuntoli è uno sgarbo tanto evidente quanto inattaccabile. Nel calciomercato, così come in guerra e in amore, ogni cosa è lecita. Soprattutto fare affari. Ma al di là di quanta pressione possa avergli messo, conoscendone preferenze e debolezze, prima d’ogni altra cosa è stata la volontà del giocatore ad incidere. Come sempre, del resto. Se avesse voluto proseguire la sua storia col Carpi, completare il percorso tecnico con il suo coach Perrone e i suoi compagni, e finire di crescere con l’ambiente che lo ha rimesso sull’Atlante del calcio mondiale, non si sarebbe preso tutto il tempo che ha voluto prendersi. Si sarebbe presentato qua puntuale al raduno, non un giorno più tardi. Tra le società non c’erano problemi. Casomai, è stato il Carpi stesso a non prestarsi del tutto al gioco, a non forzare abbastanza la mano. Credo che Sogliano abbia agito più d’attesa che d’attacco proprio perché perplesso dagli umori del ragazzo. Non si può mai andare sul sicuro di chi non è sicuro. Quantomeno non per questo ruolo, così delicato e decisivo.
SOSTITUTO – Credo anche che stia cercando un sostituto esperto. Ci sono diverse opzioni under, tutte raggiungibili a costi competitivi, tutte di qualità, ciascuna accompagnata da urgenza di riscatto: Scuffet, Bardi e Colombi. Nessuna però convince il nuovo corso. L’impressione è che l’input sia quello di imbottire le posizioni chiave del campo di personalità piuttosto che di entusiasmo. La priorità è indovinare la tara alla categoria, non altre scommesse. Il Milan ha proposto Agazzi. Un beau geste, una sorta di indennizzo per come è andata con Gabriel. Ma il preferito è Zeljko Brkic, classe ’86. Un po’ nevrile, ma molto solido nei fondamentali e molto elastico nelle fasi di slancio. E soprattutto, molto carismatico. Grande presenza in campo, e non solo per imponenza (197 cm x 95 kg, e un’apertura alare pazzesca): è anche un leader vocale, parla, dirige, coordina per tutta la partita. Non ha spazio all’Udinese, con cui potrebbe nascere un’asse di lavoro.
STRATEGIE – In questo senso, l’altro nome forte è Gabriel Silva per la fascia sinistra. Rappresenterebbe un altro tratto di discontinuità abbastanza netto. Non garantisce esattezza in fase di copertura, è più un quinto dichiarato di centrocampo che un quarto laterale di difesa. Ma aggiunge tanta qualità nell’impostazione e nella spinta. Se sta bene, è quasi un regista defilato che parte da lontano e porta il pallone fino in fondo.
Già con Marrone al centro gravitazionale, il gioco cambia parecchio in direzione e velocità. Diventa più orizzontale e compassato. S’infittiscono i passaggi rasoterra, si diradano le forzature in profondità. Non per niente, è arrivato un vero trequartista di corsa (Matos), che può agire anche largo ma va cercato soprattutto centralmente, e soprattutto nello stretto, perché è particolarmente forte nel dribbling. E se ne sta cercando un altro (Verdi), dal passo più corto per spezzare i raddoppi e bravo nell’ultimo passaggio vicino dall’area. Queste novità naturalmente hanno un costo. Penalizzano prima di tutti Porcari, gli tolgono il posto. E poi demineralizzano Mbakogu e Lollo, ne strozzano le immediatezze verticali. Privilegiano, invece, a quanto par di capire, Wilczek, che più che dettare il lancio lungo viene incontro a chiudere il triangolo, per poi appostarsi in area a ricevere il cross. Cerri fa lo stesso tipo di gioco. Idem Borriello (o almeno lo faceva quando giocava…), che comunque è già finito fuori dal radar. Al primo colloquio ha sparato altissimo. A sensazione, rimarrà niente più che una pazza idea glamour di mezza estate. Qualche carpigiana magari la penserà diversamente. Ma a mio parere è meglio così.
Enrico Gualtieri

 

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