“Pensiamo sia necessario restituire ai bambini un tempo dilatato, capace di trasformarsi in quell’ozio o in quella noia che permettono al gioco di accadere, all’immaginario di svelarsi e alla creatività di trovare strade nuove d’espressione”.
Il piccolo seme che custodivano da tempo nel cuore è germogliato, sbocciando in un bellissimo fiore. Il progetto a cui stanno dando vita e forma le carpigiane Alessia Napolitano e Silvia Bertoncelli ha il profumo delle cose buone. Insieme hanno fondato Radice, un’associazione di promozione sociale senza scopo di lucro: il primo passo per far nascere a Carpi una scuola primaria nuova. Diversa. Di qualità. Sganciata da progetti pedagogici prestabiliti e perciò limitanti. “Quando diventi madre inizi a interrogarti sul percorso scolastico che dovranno affrontare i tuoi figli. Dagli Anni Ottanta ad oggi, purtroppo, il paradigma economico ha completamente scardinato la buona scuola italiana. Per questo motivo abbiamo deciso di dar vita a un progetto educativo innovativo e capace di crescere nel corso del tempo aldilà di ogni personalismo e auto referenzialità”, raccontano Silvia, di professione psicologa e Alessia, formatrice e libraia. “La nostra – sorridono – è un’attività completamente volontaria: insieme ci siamo confrontate, abbiamo incontrato numerose realtà italiane di educazione parentale, condiviso esperienze e, infine, abbiamo costruito un progetto pedagogico preciso, cercando una maestra – Chiara Franzil – che potesse incarnarlo al meglio”. Centrale il tema dei tempi di apprendimento: “dal 2007 nella scuola pubblica sono stati aboliti i programmi ministeriali e introdotte le Indicazioni per il curricolo. Questo passaggio avrebbe dovuto consentire agli insegnanti di confrontarsi con un programma meno serrato e più a misura di bambino. Purtroppo così non è. Scuola Radice, al contrario, vuole che i bimbi apprendano per competenze. In modo trasversale e interdisciplinare”. Anche l’orario scolastico è stato pensato e strutturato con cura, dal lunedì al venerdì, dalle 8 alle 13, e due rientri pomeridiani (con tanto di pranzo al sacco, durante il quale possono unirsi anche le famiglie dei piccoli). “I bambini potranno entrare dalle 8 alle 9: in questa ora dedicata all’accoglienza, alla presenza della maestra, i bimbi potranno cimentarsi in varie attività nei tanti spazi che compongono la scuola (una casa di campagna completamente ristrutturata in via Traversa San Giorgio, 22)”, spiegano Alessia e Silvia. Le lezioni – che saranno di 45 minuti, seguite da un quarto d’ora di pausa – non saranno scandite dal suono della campanella: “non ci sarà una suddivisione netta delle materie, la maestra potrà spaziare dall’una all’altra in un unicum, all’insegna dell’interdisciplinarietà. I bambini non avranno un sussidiario, bensì libri veri. Complessi. Con buone traduzioni. I piccoli devono comprendere da subito che i libri parlano tra loro e con loro”. Ad affiancare Chiara Franzil nell’insegnamento ci saranno poi tre maestre d’arte. Tre figure integranti e fondamentali per la formazione degli alunni. A Sara Vincetti sarà affidato il Closlieu: un particolare laboratorio di pittura, ideato da Arno Stern, secondo cui attraverso il gioco dell’arte si può esprimere la propria personalità. A Giulia Napolitano, musicoterapeuta, spetterà il compito di insegnare l’alfabeto musicale mentre l’ultima maestra si occuperà delle discipline del corpo, dallo yoga ai giochi di squadra in giardino. “A Scuola Radice – sorride Alessia – i buoni libri si accompagneranno al catalogo della natura. Le lezioni all’aperto saranno varie e numerose: dall’osservazione del cielo e della terra alla creazione di un orto”. Scuola Radice non è un movimento di controscuola: “vorremmo costruire ponti con la scuola pubblica, realizzando scambi e confrontandoci con gli insegnanti che desidereranno conoscerci meglio. Chiunque potrà venire da noi, assistere alle lezioni… solo così si può contribuire a produrre un cambiamento. A piccoli passi”. Scuola Radice non rinnega le nuove tecnologie: “metteremo a disposizione dei bambini due postazioni internet. Non ci chiudiamo alla contemporaneità senza però dimenticare il buon senso. I bimbi devono essere accompagnati nell’uso delle nuove tecnologie, non subirle”. Anche l’apprendimento di una lingua straniera non verrà trascurato: “la californiana Gina Benson intratterrà gli alunni, rigorosamente in inglese, tre ore consecutive a settimana, a partire dal momento dell’accoglienza. I genitori che crederanno in questo progetto e decideranno di assumersi la responsabilità di diventare i precettori dei propri figli potranno iscriverli a Scuola Radice (massimo 15 bambini) presentando ogni anno un nullaosta a un dirigente scolastico. “Il contributo delle famiglie all’associazione è molto democratico. A Scuola Radice, noi due, così come il coordinatore pedagogico Ilaria Zannoni, siamo volontari – ribadiscono Alessia e Silvia – soltanto Chiara Franzil è assunta, mentre le altre maestre d’arte in cambio dell’uso degli spazi del centro culturale metteranno a disposizione della scuola alcune ore: lo stesso principio che guida la Banca del tempo. Il nostro desiderio – concludono Alessia e Silvia – è quello di diventare una scuola paritaria, per poterci aprire anche a bimbi stranieri o con disabilità. Non vogliamo essere una scuola elitaria, al contrario vorremmo che tutti i bimbi potessero, in modo democratico, vivere un’esperienza di buona scuola”. Chi volesse conoscere meglio questa realtà pronta a decollare a settembre, può partecipare sabato 28 maggio all’iniziativa Semi e parole a Casa Radice: una giornata dedicata alla poesia in Piazza Garibaldi. O, ancora, il 6 giugno, alle 20,30, presso Punto Macrobiotico in Galleria Politeama, 26 a Correggio. Per info www.radicelabirinto.it – scuolaradicecarpi@gmail.com.
Jessica Bianchi