Don Roberto lascia per raggiunti limiti di età

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“Sapendo che con il compimento del 75° anno di età avrei dovuto presentare le dimissioni da parroco, ho pensato che non potevo iniziare un altro anno e tutte le attività parrocchiali  e, dopo un mese soltanto, uscire di scena. Mi è quindi sembrato corretto anticipare la mia disponibilità alle dimissioni  dal 1° settembre, data della mia nomina, e lasciare al vescovo l’impostazione pastorale del nuovo anno”.
Questo ci ha detto don Roberto Bianchini, lo storico e autorevole parroco di San Francesco, alla luce delle voci degli ultimi giorni relative a una sua sostituzione alla guida della parrocchia: una delle maggiori di Carpi, con 5mila abitanti, un ricco passato e un forte radicamento, trattandosi di una delle più importanti chiese cittadine e una delle più amate dai fedeli.
Nessun commento invece da parte sua sulle voci di una possibile unificazione della parrocchia col Duomo, voce peraltro non confermata dal vescovado, ma che ha lasciato perplessi numerosi devoti, e non solo, in considerazione appunto dell’importanza di San Francesco nel panorama religioso cittadino.
Don Roberto Bianchini non vuole commentare i rumors relativi a un suo possibile trasferimento in un’altra parrocchia considerate le lungaggini sui lavori di recupero e di restauro della storica e pregevole chiesa di San Francesco, risalente al ‘700 e contenente opere di Argimiro e Albano Lugli, Antonio Lamberti e altri insigni pittori del tempo. Del valore artistico di questa chiesa, che dispone di un campanile di 50 metri progettato dall’architetto Cariani,  di un crocefisso in legno massiccio di grandi dimensioni costruito appositamente in Val Gardena, di una scagliola dedicata a Santa Lucia del carpigiano Lainati e dell’affresco raffigurante la Madonna della Rosa del ‘700 del pittore Antonio Alberti, ha scritto diffusamente lo storico tedesco Hans Semper in occasione dei suoi soggiorni carpigiani compiuti nell’800. Opere d’arte destinate ad andare in rovina se non ci si affretta  a intervenire per il recupero della chiesa. 
“Se debbo ottemperare al rispetto dei limiti di età come farò in ossequio all’invito del vescovo – dice don Bianchini – non vedo come potrei assumere lo stesso incarico in un’altra chiesa. Sto solamente aspettando una comunicazione scritta da parte del vescovo circa l’accettazione delle mie dimissioni dall’incarico”.
E non vuole aggiungere altro, visibilmente amareggiato dal modo in cui le decisioni vescovili, non ufficializzate e non rese pubbliche, abbiano scatenato una ridda di voci e supposizioni “che non fanno bene alla chiesa”, commenta.
Dal vescovado  non è infatti giunta al momento nessuna comunicazione al riguardo.