Il genio rivoluzionario di Elio Fiorucci

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C’è  un imprenditore a Carpi che Elio Fiorucci, recentemente scomparso,  ha conosciuto bene e da vicino: legati da un rapporto di amicizia e collaborazione. Stiamo parlando di Mauro Sighinolfi, titolare delle boutique Della Martira di Carpi, Sassuolo e Mirandola, dinamico imprenditore, animatore e sostenitore del made in Italy.
Perché Fiorucci, che negli Anni ’70 aveva aperto un negozio anche a Carpi in viale Carducci,  è stato definito dalla stampa specializzata un grande innovatore della moda italiana, un anticonformista e un rivoluzionario dei costumi?
“E’ stato il primo interprete di una moda che ha anticipato di dieci anni il pret-a-porter. Nessuno prima di Fiorucci aveva osato contrapporsi ai canoni tradizionali dell’alta moda o degli atelier e del capo fatto su misura. Fiorucci ha sradicato queste consuetudini con un approccio trasgressivo e innovativo che ha caratterizzato un nuovo indirizzo sino a dare alla moda la connotazione che ancora oggi la caratterizza: il ‘mood’ Fiorucci ha imperato e ha aggregato il consenso e l’entusiasmo di una vera e propria legione di consumatori”.
Lei lo ha ospitato spesso a Carpi, in un meeting dei Lions club e in occasione dell’inaugurazione  di una mostra in Castello sui suoi 40 anni di creatività.
“Io ho avuto il privilegio della sua amicizia condividendo con lui lunghe chiacchierate sulla moda, spesso al tavolo della Quarta Carbonaia, un ristorante di Milano che amavamo frequentare. Ci legava un feeling spontaneo perchè entrambi intendevamo la moda come espressione e strumento di arricchimento culturale e sociale, oltre che di provocazione e stimolo a rivedere i canoni che la regolavano. Abbiamo partecipato spesso come relatori a convegni  e le nostre posizioni, pur nelle reciproche identità, erano spesso convergenti. Elio era persona di grande sensibilità e umanità tanto da attrarre l’affetto e la stima di chiunque lo avvicinava. Non amava ambiguità e ipocrisie e non faceva nulla per nasconderlo. Anche per questo era amato dai giovani, anche nei suoi ultimi anni di vita, perchè riconoscevano in lui franchezza, sincerità e onestà intellettuale, doti che infrangevano le differenze di età. Quando è stato nostro ospite a Carpi nell’intermeeting di Lions, Rotary  e Rotaract, tutti alla fine sono stati lieti di averlo incontrato e ascoltato. Era davvero una persona speciale”.
Dunque personaggio simbolo del made in Italy oltre che genio creativo?
“Il made in Italy deve tanto a Fiorucci perché, dopo i fasti dell’alta moda degli Anni ’50 e ’60, seppe dare una straordinaria forza propulsiva al cambiamento, all’innovazione e alla provocazione. La sua irrequietezza caratteriale  è stata la spinta che lo ha indotto a viaggiare alla ricerca di nuovi stimoli e a fare nuove esperienze che ha poi saputo trasferire con straordinaria lungimiranza nel settore della moda. Ecco perchè Fiorucci è stato e rimarrà sempre un  patrimonio importante del made in Italy e della cultura italiana”.
Dalle parole e dai ricordi di Mauro Sighinolfi si percepisce il profondo dolore per la scomparsa di un uomo simbolo della moda, dell’intraprendenza e dello stile italiani. Un uomo insomma che ha lasciato un segno indelebile e ha contribuito alla diffusione dello stile italiano nel mondo.
Cesare Pradella