Tra le tante donne del maestro Helmut Newton ve ne è una che popola da anni l’immaginario maschile. Icona di straordinaria bellezza, nonché musa di registi e fotografi, Monica Bellucci, non a caso, svetta sui manifesti che sponsorizzano la mostra di Newton a Palazzo Pio. Che piaccia o no, Newton è uno dei più grandi. Provocatorio, rivoluzionario. Geniale. Le sue donne sono soggetti: vivi, protagonisti e mai ridotti a meri oggetti sessuali come qualcuna ha sussurrato e nemmeno a voce troppo bassa. Questa mostra merita – finalmente – d’essere pubblicizzata. Il più possibile e con ogni mezzo. E allora, mi chiedo, come mai i manifesti riportanti Monica Bellucci svettano all’interno del Cortile d’Onore e non si affacciano su Piazza Martiri? Perché si è scelto di apporre sul Palazzo timidi striscioni annuncianti i titoli delle mostre, peraltro privi della potenza evocativa delle immagini, anziché pannelli di grandi dimensioni con alcuni scatti del maestro? Certo in città non tutti conoscono Newton – verità tanto amara quanto vera – ma catturare il loro sguardo, magari distratto, con una gigantografia di uno scatto, potrebbe portare tra le mura del Palazzo anche un pubblico diverso. Certo ricoprire parte di Palazzo Pio, magari il Torrione degli Spagnoli, con un pannello richiede coraggio. Un coraggio che, evidentemente, latita alla Corte dei Pio. Se non fosse imputabile all’eccessivo – e falso – pudore la spiegazione della mancata scelta però, lo scenario potrebbe essere ancor più nero: vorrebbe dire che ai nostri amministratori manca l’Abc della comunicazione. Delle due, l’una…
Jessica Bianchi