Il cane nel carrello: amore o egoismo?

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Di passi in avanti ne abbiamo fatti nel rapporto “cane-mondo dell’uomo” ma, spesso, rischiamo di superare il limite. E’ infatti così necessario far entrare il cane al supermercato?
Tutto parte dall’amore per i cani, ma tale sentimento deve necessariamente essere accompagnato dalla conoscenza.
Non si può prescindere da questa, in caso contrario si rischia di ottenere esattamente l’effetto opposto di quanto desiderato, ovvero aumentare l’intolleranza verso i cani che, in fin dei conti, non traggono alcun beneficio nello stare dentro a un carrello tra gli scaffali nella frenesia degli sconti del momento.
Ma è amore o egoismo? Forse ci si dimentica che facciamo parte dell’ecosistema, non dell’egosistema.
Le nostre attività sono al centro dei nostri pensieri ma, a volte, per il senso di colpa, mettiamo in campo azioni sperando di far del bene al nostro compagno: in realtà, non trae alcun giovamento dalle nostre decisioni. E’ vero che Fido per vivere nella nostra società deve adeguarsi a moltissime delle nostre esigenze ma il segreto sta nella semplicità: perchè non lo portiamo al parco? Perché, se dobbiamo fare la spesa, non lo lasciamo a casa? Se il desiderio è quello di integrare, allora occorre sapere che il cane ha delle vocazioni (spendibili preferibilmente con il compagno umano) che prevedono l’utilizzo di naso, movimento, gioco e collaborazione. Partendo da queste vocazioni lo si può inserire anche in mezzo ai nostri piaceri (un aperitivo al bar, passeggiate-vetrine), creando così una formazione caratteriale completa e ampia del nostro cane.
Inutile negare che questo processo passi anche da un minimo di frustrazione, d’altronde qualsiasi tipo di crescita deve fare i conti con lo stress, la cosa importante però è avere un buon bilanciamento tra quello che
piace a noi e ciò che piace a loro, quindi tra lo stress e il suo alleggerimento. Portare con noi il cane a far la spesa non può essere la soluzione: il nostro compito non è quello di essere sempre con lui, bensì dargli tutte le competenze che gli occorrono per stare bene anche senza di noi, ovviamente per un tempo ragionevole. Sono fermamente convinto che ci si debba de-focalizzare da se stessi, riconoscendo le caratteristiche caratteriali da disciplinare e quelle da potenziare per dare al nostro amico il massimo benessere psico-fisico. Così facendo potremo concentrarci sul fare una spesa degna di Masterchef, mentre Fufi dorme beato sul divano.