“Siamo davvero delusi per come l’Amministrazione sta giocando questa partita”

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“Dopo anni di attesa speravamo che il bando per la gestione del Caffè del Teatro affidasse al potenziale interessato un locale chiavi in mano. Per questo siamo rimasti a dir poco perplessi leggendo la denuncia dello chef Spyros: un conto sono uno strato di polvere e un po’ di disordine, ammissibili considerata la chiusura prolungata del locale, ma i topi sono davvero inaccettabili”. A parlare è il consigliere comunale di Fratelli d’Italia Cristian Rostovi firmatario, insieme a Roberto Benatti, Forza Italia, di un’interrogazione tesa a fare chiarezza sulla vicenda. “Il Caffè del Teatro è una delle location più belle dell’intero cento storico, dovrebbe esserci una vera e propria fila di privati interessati a gestirlo e, invece, scopriamo che il locale è stato completamente abbandonato a se stesso”. Prima di indire il bando, accusano i due consiglieri, “l’Amministrazione Comunale, oltre alla normale manutenzione ordinaria di un bene pubblico, avrebbe dovuto farsi carico di numerosi interventi, a partire dalla derattizzazione per tutelare così l’igiene e la salute, dal momento che il teatro comunale è regolarmente aperto al pubblico”. E, ancora, si chiede Rostovi, “perché il cantiere post sisma non è stato completato? Cosa si sta aspettando? Quale privato sarà disposto ad accettare, dopo aver vinto un bando, mesi di stop alla propria attività per consentire la fine dei lavori legati al consolidamento sismico? E’ assurdo”. Un altro tema scottante sollevato dal vincitore di Masterchef, inizialmente interessato allo storico locale di Piazza Martiri, è l’assenza di un bagno per i disabili: “ad oggi –  aveva sottolineato Spyros – nel locale non esiste. Durante il sopralluogo mi hanno detto che i commensali disabili potranno usufruire dei servizi a loro dedicati nell’attiguo teatro. Ma quando è chiuso, dove li mando?”.
“Siamo davvero stupiti e delusi per come l’Amministrazione sta giocando questa partita. Prima di mettere a disposizione lo spazio, i nostri amministratori avrebbero dovuto approntare un progetto teso al rispetto delle normative vigenti, chiedere i necessari permessi alla Soprintendenza… mettendo così il gestore entrante nelle condizioni di iniziare a lavorare al più presto. E’ logico che sia quest’ultimo ad arredare il locale e ad allestire la cucina, ma i muri e l’impiantistica non possono che essere di competenza del proprietario, ovvero l’Ente Pubblico”, prosegue il capogruppo di Fratelli d’Italia.  Il ritardo con cui questo pezzo di patrimonio viene restituito alla città “è grave”, conclude Cristian Rostovi.  Il bando si chiude il 17 novembre ma, a queste condizioni, diventa difficile pensare che qualcuno possa manifestare interesse: “se il bando andrà deserto, cosa faremo? Lasceremo che questo spazio decada ulteriormente? Oggi non è appetibile, occorre fare qualcosa e in fretta. Il comune potrebbe chiedere un canone maggiore rispetto agli attuali 19mila euro annui ma deve consegnare un locale chiavi in mano”. Locale che, lo ricordiamo, dopo 12 anni di gestione torna in mani pubbliche.
Jessica Bianchi

 

 

 

 

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