Giovedì 15 marzo si celebra la sesta edizione della Giornata Nazionale del Fiocchetto Lilla, un'iniziativa lanciata per sensibilizzare l'opinione pubblica sui disturbi alimentari che solo nel nostro Paese interessano circa tre milioni di giovani, dei quali il 95% sono donne.
Anoressa, bulimia, binge eating (alimentazione incontrollata) e ortoressia: sono questi i principali disturbi dell'alimentazione in preoccupante aumento sopratutto tra i più giovani, e che psicologi e nutrizionisti si trovano a dover fronteggiare. Tra questi la dottoressa Cecilia Valenti, che da diversi anni si occupa di queste problemantiche arrivando a scrivere anche un libro al riguardo Dieta, bugie e amore in cui la protagonista soffre di bulimia nervosa, iniziata con una giovanile forma di anoressia.
“Oggi siamo molto preoccupati di mangiare cibo salutare – ha spiegato Valenti – a volte ne siamo patologicamente ossessionati, quando dovremmo preoccuparci di avere un rapporto sano col cibo. Un’attenzione sbagliata a quanto e a come si mangia, diventa terreno fertile per coloro che sono predisposti verso disturbi alimentari. Per l’anoressia e la bulimia, negli ultimi decenni, c’è stato un progressivo abbassamento dell’età dell’esordio. Dovremmo guardare con più attenzione alle difficoltà della crescita incontrate in questo periodo della vita, e più in generale a un mondo che spinge all’idea che la magrezza sia importante per affermasi come persone, e che tende a stigmatizzare il sovrappeso e l’obesità sino a un vero e proprio bullismo che sfocia nei fatti di cronaca di cui sentiamo parlare tanto”.
Dottoressa Valenti ci sono persone più a rischio di disturbi alimentari?
“Si dice che essere una giovane donna in una società occidentale è un fattore di predisposizione. Una particolare attenzione va rivolta a coloro che hanno subito discriminazioni per il peso e a coloro che incontrano grandi difficoltà d’inserimento nel gruppo dei pari. Ad oggi non conosciamo ancora tutti i motivi per cui certe persone arrivino a una totale remissione del problema. Per ora possiamo solo dire che nel caso di una forma anoressica, iniziare una terapia adeguata entro due anni dall’esordio è fondamentale. Mentre per la forma bulimica una storia di lunga durata ha una prognosi più favorevole. Una buona terapia con reali evidenze è l’unica strada che mi sento di suggerire come professionista, la stessa seguita da Luciana e accennata nel libro, tra un’ avventura e l’altra”.
Per chi volesse maggiori informazioni sui disturbi dei comportamenti alimentari, o avesse bisogno di aiuto e supporto, c'è anche un numero verde, 800180969, e un sito web da consultare, www.disturbialimentari.it, con la mappa di strutture e associazioni dedicate ai Dca in Italia.
Chiara Sorrentino