“La scelta dell'Amministrazione Comunale di Carpi di permettere, ancora una volta, la realizzazione di un nuovo supermercato da 1.500 mq al posto dell'ex fabbrica Migor, è emblematica della miopia e scarsa lungimiranza dei nostri amministratori in fatto di pianificazione urbanistica e della loro mera tensione a fare cassa con gli oneri di urbanizzazione”. Così Massimo Fontanarosa, direttore di Confcommercio Carpi, commenta a caldo la decisione del Comune di Carpi di destinare ad area commerciali le superfici dove aveva sede la storica Migor.
“Si tratta di un nuovo supermercato, che andrà ad aggiungere ai tanti già esistenti”, puntualizza Fontanarosa, “nati in particolare negli ultimi anni, peraltro in piena crisi di consumi e difficoltà del piccolo commercio e che hanno di fatto trasformato Carpi da “Città della maglieria” a “Città dei super e ipermercati”.
“Questa politica di corto respiro”- rincara il direttore di Ascom, “non ha fatto altro che indebolire il tessuto dei piccoli e medi esercizi commerciali, accelerandone la crisi, con tutto ciò che ne è conseguito in termini di esuberi occupazionali spesso non assistiti da alcun ammortizzatore, oltre che di depauperamento della funzione di servizio e presidio delle piccole attività”.
“La realizzazione di un supermercato di 1.500 mq” – prosegue Fontanarosa – , sarebbe poi un esempio di cortocircuito pianificatorio: nel raggio di poche centinaia di metri ce ne sono infatti già cinque ed è facilmente prevedibili l’impatto negativo che tale nuovo insediamento avrà sulla viabilità, con il paradosso che ciò avverrà in un quartiere dove partirà a breve una zona a 30 km, con il risultato che gli effetti di mitigazione del traffico saranno annullati completamente dal supermercato per il quale è previsto un parcheggio da 300 posti”.
“C’è amarezza – conclude il dirigente di Confcommercio Carpi – nel constatare come in questa città non si riesca nemmeno a parlare di riqualificazione urbana: eppure i casi da cui prendere ispirazione non mancano, pensando a progetti di rincoversione di aree industriali messi in campo con lungimiranza, ad esempio, da Reggio Emilia per il quartiere Santa Croce, da Ferrara per la riqualificazione della Darsena di San Paolo o da Trento per l’area industriale ex Michelin col progetto “Le Albere” firmato da Renzo Piano”.