Via Cavata non è un’autostrada: il traffico dev’essere decelerato!

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Michelangelo, la sua Luna, l’ha persa proprio lì. Su via Cavata. Un’auto l’ha investita e per la cagnolona non c’è stato nulla da fare. Un dolore grande che ha spinto il carpigiano Michelangelo Verrini a lanciare una petizione on line per chiedere un intervento deciso dell’Amministrazione affinché metta in campo delle azioni concrete per  limitare la velocità delle auto sulla strada. “Da quando via Cavata è stata allargata – spiega Verrini – auto e mezzi pesanti sfrecciano a velocità folli, nemmeno fosse una superstrada. Qui c’è il limite dei 50 chilometri orari ma nessuno lo rispetta: via Cavata è un rettilineo lunghissimo e tutti corrono”.
Per i residenti è un incubo continuo. “Le case – prosegue Michelangelo  – sono vecchie, costruite a ridosso della strada e quindi ogni volta che si esce dal cancello per portare fuori la spazzatura o fare una passeggiata c’è da aver paura. La situazione è ormai intollerabile”.
Un problema che riguarda anche l’incolumità di pedoni e ciclisti dal momento che sono “tantissime le persone che transitano su via Cavata per raggiungere l’argine del Cavo Lama e fare una passeggiata o una scampagnata in sella alla due ruote. Attraversare l’asse viario però è estremamente pericoloso e il rischio di essere travolti è tutt’altro che improbabile. Dobbiamo aspettare che si consumi una tragedia prima che l’Amministrazione intervenga? La morte di Barbara Alvisi sulle strisce pedonali di via Nuova Ponente dei giorni scorsi non ci ha insegnato nulla?”.
Da via Tre Ponti alla rotonda della Griduzza, il rettilineo di via Cavata pare un’autostrada: decelerare il traffico dev’essere un imperativo per la Giunta Bellelli. Gli automobilisti ignorano i cartelli e se ne infischiano dei limiti, occorre quindi passare alle maniere forti. “I controlli delle Forze dell’Ordine sono sporadici e comunque non rappresentano un deterrente, servono altre azioni come l’introduzione di dossi e rilevatori di velocità. Solo così le persone impareranno, sulla propria pelle, a diminuire la velocità. Noi residenti siamo stanchi.
Su via Cavata ha perso la vita il mio cane e se fosse stata una persona o un bambino? Occorre correre ai ripari prima che accada qualcosa di terribile”.
Jessica Bianchi

 

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