La grande Carpi del ciclismo

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La passione per tutto ciò che si muove su ruote è rimasta intatta: le auto d’epoca, dalla Dkw del 1937 alla Ferrari 330 appartenuta al Drake, a una Mercedes di Luciano Pavarotti, le moto, i motorini e le vespe luccicano, pronte per partecipare a gare e concorsi d’eleganza. Le emozioni più forti restano però quelle legate al ciclismo al quale Romano Reggianini, carpigiano doc classe ’46, ha dedicato dieci anni della sua vita. Reggianini custodisce oggi la storia, il cui inizio risale al 1909, dell’Unione Ciclistica Nicolò Biondo e i ricordi dell’epoca d’oro del ciclismo carpigiano. Sul muro campeggia la maglia indossata da Allegro Grandi che, nel 1928, a Budapest fu campione mondiale di ciclismo per la categoria dilettanti: a lui, dipendente della Magneti Marelli di Carpi, la Legnano propose di aprire una concessionaria in Venezuela dove Grandi si trasferì nel 1947. Accanto c’è il ritratto autografato del carpigiano Tullio Campagnoli, in una foto del 1928: il famoso costruttore di accessori per cicli da corsa fu alfiere della Nicolò Biondo. Poi venne Ercole Baldini chiamato nel 1952 a far parte della squadra ciclisti della Nicolò Biondo che correva con i colori del salumificio carpigiano Giberti Borelli: nel 1958 vinse il Giro d’Italia, il Campionato del mondo e quello italiano e venne celebrato dalla città di Carpi e dall’allora sindaco Losi.

Romano Reggianini entra a far parte della Nicolò Biondo come sponsor con la sua STM e ne diventa il presidente nel 1998, l’anno in cui Carpi è tappa d’arrivo e di partenza dell’81esimo Giro d’Italia.

“Il lavoro di preparazione iniziò ben prima, già durante la Festa del Patrono del 1996, quando fu data la possibilità a chi comprava il biglietto della lotteria, di salire sulle due auto di Formula Uno che erano state esposte in Piazza Martiri. Pioveva e sul palco montato vicino al Municipio c’erano Eddie Irvine e Marco Pantani: Piazza Martiri era strapiena di gente” ricorda Reggianini. Poi ci fu la scossa di terremoto che alle 11.56 del 15 ottobre 1996 fece tremare Carpi costringendo centinaia di persone ad abbandonare le proprie abitazioni. “Con la manifestazione Due ruote per Carpi a cui parteciparono ciclisti di tutt’Italia raccogliemmo fondi per aiutare il Comune a sostenere gli sfollati: in tutto sei milioni di lire furono consegnati al sindaco Demos Malavasi. Alla gara (un trittico) partecipavano un ciclista professionista, un personaggio e un amatore ed è stata l’unica occasione in cui un corridore italiano mi ha dato centomila lire per contribuire al fondo per i terremotati. Dopo me ne hanno solo chiesti”.

Nel ‘97 Reggianini propose di organizzare il Gran Galà dello Sport che si tenne sotto il tendone della discoteca Planet nel Piazzale delle Piscine: alla prima edizione parteciparono ospiti del calibro di Gianluigi Buffon e Max Biaggi oltre a tanti altri. Con Reggianini i campioni erano diventati di casa a Carpi: Davide Cassani è ritratto in più foto mentre si trova in città per promuovere la tappa del Giro d’Italia. “E sempre nel 1997 è stato organizzato l’arrivo della Mille Miglia a Carpi. Nessuno ci ha aiutato e nessuno ci credeva fino a quando non è stato ufficializzato il percorso a Milano in occasione della presentazione del Giro d’Italia”. Il 28 maggio la Carovana Rosa da Modena imboccò via Carlo Marx per solcare via Nicolò Biondo e via Ariosto fino a viale Manzoni per percorrerla tutta fino alla Tangenziale Losi e dirigersi fino all’incrocio con Traversa San Giorgio e risalire fino a via Ugo da Carpi per l’arrivo trionfale all’altezza dello Stadio Cabassi. La tappa fu vinta da Laurent Roux. “Carpi fu tappa di partenza il giorno successivo, 29 maggio: i ciclisti sfilarono in piazza per salire sulla pedana a firmare il foglio di partenza. C’erano Marco Pantani, Mario Cipollini, Pavel Tonkov, Alex Zulle”. Nonostante l’estenuante lavoro preparatorio per Reggianini “non è stata una grande fatica organizzare la tappa del 1998 del Giro d’Italia. C’era uno spirito per cui niente sembrava difficile”. Fu Reggianini da presidente a riportare la Popolarissima delle Palme in centro a Carpi dopo che per anni i ciclisti avevano corso in zona industriale e con lui la Nicolò Biondo esplose nel 2000 quando una squadra partecipò al Campionato Italiano Dilettanti. A lui si deve l’istituzione della Gran Fondo di Ciclismo che per anni è stata abbinata alla Maratona d’Italia. Poi è arrivato il doping e il ciclismo si è imbruttito e, “quando sono i padri a chiederti di drogare i figli pur di renderli vincenti e il business prevale sullo sport, allora niente ha più senso e valore”.

Sara Gelli