Anche a Carpi i musulmani si sono ritrovati per il Natale islamico o Maoled, ricorrenza che celebra la nascita di Maometto: erano in 500 circa domenica 11 novembre presso la Sala Congressi di viale Peruzzi, uomini, donne e bambini. Le Forze dell’Ordine hanno garantito la loro presenza, hanno sorvegliato lo svolgimento dell’iniziativa e non ci sono state segnalazioni da parte dei residenti, a differenza di quanto accaduto nel settembre scorso.
Era stata una manifestazione sportiva, un torneo europeo di pallavolo, a richiamare centinaia di persone presso le scuole medie Margherita Hack a Cibeno sabato 1° settembre: in quell’occasione, vedendo il via vai, i residenti si erano allarmati e avevano chiamato la Polizia Municipale per il caos dei parcheggi insufficienti, la circolazione in tilt, i rifiuti lasciati nell’area esterna e allarmati per l’eventualità che la palestra si potesse trasformare in una moschea. La risposta non era stata tempestiva e questo aveva ingenerato parecchie preoccupazioni quel giorno, tanto da spingere i residenti a scrivere alla redazione di Tempo corredando il testo con tanto di foto. Domenica 11 novembre non si sono registrati problemi grazie anche all’organizzazione dell’associazione Minaj ul Quran che è riuscita a coinvolgere altre associazioni presenti sul territorio consentendo, così come avviene da qualche anno, la partecipazione alle donne che hanno trovato posto in Sala Congressi senza essere separate dal telo come accadeva tre anni fa. Eppure non sono mancate le polemiche legate al fatto che un’altra associazione islamica avrebbe intenzione di celebrare il Natale islamico nel corso di una successiva cerimonia separata escludendo la presenza delle donne: si tratterebbe dell’associazione Dawate Islami con sede in via Caboto, a Carpi. “Vorrei specificare che, ad ora, non ho notizia di formali richieste da parte di altre associazioni – specifica l’assessore all’Immigrazione Milena Saina che ha portato il suo saluto domenica alla cerimonia – rispetto a un’iniziativa legata al Natale Islamico, non abbiamo ricevuto delle richieste di spazi dedicati a questo tipo di ricorrenza. Sarà mia premura incontrare nei prossimi giorni i responsabili di questa associazione che, a oggi, non fa parte della Consulta degli stranieri. Sottolineo che l’iniziativa è stata promossa e realizzata dalla Minaj ul Quran che da anni siede al tavolo della Consulta ed è tra le realtà più collaborative e che la presenza alle cerimonie di donne e interi nuclei familiari è in costante aumento segno di un lavoro positivo che negli anni stiamo portando avanti con le comunità straniere”. Fare dei distinguo è necessario per riconoscere il percorso intrapreso da alcuni rispetto ad altri, fare di tutta l’erba un fascio è ciò che riesce più semplice ma non rende merito agli sforzi di chi ha reso possibile che le donne musulmane fossero presenti in Sala Congressi senza essere separate dagli uomini.
Sara Gelli