L’ospedale che verrà, forse…

Parlare di contenuti, ovvero di funzioni e specialistiche, nonostante quanto si legge nella relazione sanitaria che correda l’Avviso pubblico per la sollecitazione di proposte ad iniziativa privata per la progettazione, costruzione, allestimento e gestione del Nuovo Ospedale di Carpi, è decisamente prematuro dal momento che tutto potrebbe essere rimesso in discussione proprio alla luce di quanto verrà definito dalla Commissione interdistrettuale in accordo con l’Azienda sanitaria.

0
1140

Parola d’ordine complementarietà: il Santa Maria Bianca di Mirandola e il nuovo ospedale di Carpi dovranno costituire insieme il cuore integrato di un “sistema nord provinciale. Non due poli divisi ma complementari” ha chiarito Massimo Mezzetti, presidente della Ctss, in occasione della presentazione dell’accordo operativo tra Comune di Carpi e Ausl di Modena che sancisce i tempi e i modi per la realizzazione della nuova struttura ospedaliera.

“Due poli che devono essere pensati insieme in modo che siano l’uno il supporto dell’altro per arrivare poi a mettere alcune cose in uno solo dei due” ha sottolineato a sua volta Mattia Altini, direttore generale dell’Ausl.

La sfida, infatti, in uno scenario a dir poco fosco per il sistema sanitario, è quella di evitare tutti i costi legati “a eventuali duplicazioni. Per le prestazioni di routine i cittadini potranno contare su un presidio di prossimità, mentre per le specialistiche si sposteranno all’interno della rete provinciale” ha aggiunto il Dg.

Una razionalizzazione necessaria perché di soldi, in cassa, ce ne sono sempre meno, come ha chiarito senza mezze misure l’assessore regionale alle Politiche per la salute, Massimo Fabi: “non possiamo più permetterci i costi legati alle sovrapposizioni di funzioni. Solo una rete integrata e una programmazione concertata potranno garantire la sostenibilità dell’intero sistema”. Insomma, “un territorio si specializza in un ambito e il limitrofo in un altro, senza sovrapposizioni” gli ha fatto eco il presidente della Regione Michele de Pascale che ha aggiunto come  “i due poli ospedalieri di Carpi e Mirandola funzioneranno come un unico presidio pertanto ora, prima della posa dei mattoni, si apre una fase di discussione dei contenuti per massimizzare l’integrazione delle due strutture”.

La definizione di dettaglio delle funzioni da attribuire ai due nosocomi, coinvolgendo tutti gli attori (professionisti, sindacati, associazioni di volontariato) è stata affidata a una Commissione interdistrettuale, su proposta dei sindaci di Carpi e Mirandola, in qualità di presidenti delle commissioni sanitarie dei rispettivi distretti, e del presidente dell’Unione Comuni Modenesi Area Nord, il primo cittadino di Finale Emilia Claudio Poletti.

Alla luce di ciò la relazione sanitaria che correda l’Avviso pubblico per la sollecitazione di proposte ad iniziativa privata per la progettazione, costruzione, allestimento e gestione del Nuovo Ospedale di Carpi e che contiene i dettagli della struttura che dovrebbe vedere la luce, appare quantomeno provvisoria…

Insomma parlare di contenuti è decisamente prematuro dal momento che tutto potrebbe essere rimesso in discussione proprio alla luce di quanto verrà definito dalla Commissione interdistrettuale in accordo con l’Azienda sanitaria. L’unica cosa certa è che il nuovo ospedale dovrà essere 4.0, modulare e flessibile, sostenibile, con spazi ottimizzati, digitale e tecnologico, interconnesso e smart.

Tutte da discutere invece sono le funzioni ad oggi contenute nella relazione sanitaria, sostanzialmente la copia di quelle presenti al Ramazzini, dove si parla di “una disponibilità di posti letto pari a quella attuale di 259, tra ordinari e degenza diurna, espandibile fino a 300”.

Eccone un assaggio ma sappiate che le carte potrebbero essere totalmente rimescolate, tagliando specialistiche a Carpi in favore di Mirandola.

Si parla di un’Area intensiva composta da 8 posti letto, un’area chirurgica di 86 (distribuiti nelle varie unità operative chirurgiche ovvero Chirurgia generale, Ortopedia, Otorinolaringoiatria, Urologia e Gastroenterologia), un’area medica composta da 108 posti letto (suddivisi in Medicina Interna, Alta Intensità, Nefrologia, Lungodegenza, Neurologia, Cardiologia, Unità Terapia Intensiva Coronarica), un’area Materno-Infantile composta complessivamente da 38 posti letto (per Neonatologia, Pediatria, Ginecologia e Ostetricia), un’area Emergenza-Urgenza comprensiva di Medicina d’Urgenza, costituita da 8 posti letto ordinari e 4 posti letto di semintensiva, e Pronto Soccorso, un’area Diurna costituita da 9 posti letto per il trattamento di pazienti in regime di DH/DS e una per la Salute Mentale. E, ancora, oltre al servizio di Radiologia, il nuovo ospedale dovrà prevedere la presenza di un blocco operatorio generale, uno endoscopico multispecialistico e uno di area materno infantile (sale parto e sala per le urgenze ostetriche) e ambulatori chirurgici. Si parla poi di 21 postazioni per la dialisi e di Day Hospital Oncologico mentre del destino del bunker dedicato alla Radioterapia non c’è alcuna traccia (resterà presso il vetusto Ramazzini?). Insomma non vi è ancora nessuna certezza.

Jessica Bianchi

clicca e unisciti al nostro canale whatsapp
clicca e unisciti al nostro canale whatsapp
clicca e unisciti al nostro canale whatsapp